Estate nel Lodigiano? Tag Yourself!

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tag yourself!

Estate nel Lodigiano. Il termometro della macchina segna 38.5 gradi. Aria un po’ pesante e umidità. Tempo di parcheggiare la macchina nel solito posto, ed intravedo i ragazzi, ammassati sull’unica panchina ombreggiata della piazza. L’oratorio è ancora chiuso, il baretto vicino alla piazza apre solo in orario serale, la piscina del paese limitrofo ha un costo che per molti è troppo alto. Resta, per fortuna, la compagnia del gruppo di amici, o almeno di quelli che non sono partiti.

Per fortuna Pieve è un paese in cui i ragazzi hanno ancora il desiderio di incontrarsi fuori casa, fare due tiri al pallone o sfidarsi a ping pong o al biliardino. Evidentemente nella noia del pomeriggio sono un buon diversivo, dato che mi accolgono particolarmente “carichi”: due battute, il racconto della serata del weekend, lei che è stata lasciata dal ragazzo prima che lui partisse per le vacanze, ma che sembra non soffrirne particolarmente. Ed è così che, chiacchierando, Simone racconta di aver visto alcuni video sulla street art, chiaramente affascinato dall’idea di illegalità che spesso è associata a questa attività.

“Ma lo sai che un mio collega è un artista affermato nel mondo della street art?”. Ho tutti gli occhi puntati addosso. Perfino Luca, che fino a quel momento aveva lo sguardo perso incollato al cellulare, ha un guizzo strano negli occhi. Inizia Valentina: “ma quel muro… c’è un murales orrendo… chiedigli di venire, lo rifacciamo”. Proposte a fiumi.

Penso che un’esperienza simile nella vita lavorativa di un educatore sia un evento più unico che raro. Probabilmente mi è complice la noia che sperimentano i ragazzi: sentirsi adagiati nella stagnante apatia talvolta permette loro di cogliere al volo le occasioni, quando si presentano, o di costruirne qualcuna ad hoc.

Mi trovo davanti ad una panchina, ad aiutarli a immaginare e costruire un’attività che ai loro occhi ha l’importanza di un evento nazionale. Per fortuna il mio collega artista per messaggio mi risponde che è disponibile…

Nella settimana successiva aiuto i ragazzi a prendere contatti con il Sindaco, per chiedere l’autorizzazione all’installazione temporanea di alcuni pannelli removibili, che saranno colorati e poi donati alla cittadinanza. Il Comune ci lascerà a disposizione lo spazio Polivalente per l’occasione: un grande capannone circondato da un bellissimo parco verde, ombreggiato, fresco.

Il gruppetto si mobilita: pian piano invita altri ragazzi del paese, scrive agli amici in vacanza, sperando che tornino per tempo.

19 luglio: “Tag Yourself!”. Una ventina di ragazzi, molti di Pieve, qualcuno dei paesi limitrofi. Il clima è disteso, si respira aria di festa. È sì una festa, di quel gruppo che ha dato senso alla monotonia e al tedio estivo, afferrando la scintilla di una semplice idea.

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