Mappature partecipative: i focus group con i soggetti dei territori

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“la mappatura partecipativa consiste nel creare una rappresentazione tangibile delle persone, dei luoghi e delle esperienze su cui si fonda la comunità, riportandoli su una mappa.” Burns, Paul & Paz

Terminata la prima fase di analisi del contesto per la costruzione di una mappatura partecipativa abbiamo organizzato dei focus group. Nella prima fase gli operatori hanno sottoposto interviste mirate ai soggetti dei territori con l’obiettivo di fare emergere la loro visione di Comunità Educante, durante i focus group abbiamo ragionato sul materiale raccolto e le realtà coinvolte.

Nella seconda fase, guidata da CSV Bergamo coinvolgendo i partner territoriali di 1,2,3 STAR, abbiamo costituito due gruppi di lavoro per ogni territorio. I gruppi di Alto e Basso Sebino hanno applicato un approccio territoriale, quelli della Val Cavallina hanno lavorato per target; uno focalizzando su persone preadolescenti e l’altro su adolescenti.

 

Gli incontri:

  1. Primo incontro

    Nel primo incontro abbiamo usato la metodologia dell’Open Space Technology: in una modalità plenaria le persone si sono confrontate, esprimendo la questione più significativa per la propria esperienza e, al termine, hanno individuato 3 o 4 tematiche di valore per tutti.
    -> Il territorio del Basso Sebino ha scelto la tematica della “cura” declinata con diverse accezioni: cura delle relazioni, delle differenze, della crescita e delle risorse. Per ogni sotto-gruppi ha poi definito alcune parole chiave.

  2. Secondo incontro

    I partecipanti hanno disegnato le mappe dei propri territori posizionando i soggetti che hanno a che fare con la Comunità Educante come scuole, oratori, biblioteche. È un confronto importante e non scontato: dà l’opportunità di riflettere su cosa sia la prevenzione del disagio e come si possa attuare.
    -> Ne emerge una visione parziale, il punto di vista delle persone partecipanti: passare dalla parzialità all’allargamento dello sguardo è uno step fondamentale!

  3. Terzo incontro

    Nel terzo incontro sono state recuperate le tematiche chiave per collocarle sulla mappa, dove avrebbe senso che quel tipo di attenzione ci fosse.
    -> Una squadra sportiva, per esempio, ha coinvolto il mediatore culturale per difficoltà che riguardavano relazioni con alcune famiglie straniere. Il mediatore ha saputo avvicinare il sistema dell’oratorio a quello della famiglia, costruendo una relazione fondata sulla cura delle differenze.

 

“C’è sempre un po’ una diffidenza iniziale rispetto a lavori che sono più di riflessione che non operativi, ma quando ci si trova lì, emerge la necessità di questi momenti interlocutori. Infatti diventa evidente come non sia da dare per scontato che i vari attori della comunità riconoscano una funzione educativa o di cura verso i percorsi di crescita. Grazie al confronto con gli altri ne prendono consapevolezza e mettono a fuoco le reciproche aspettative.” Ester Carrara per CSV Bergamo

 

Prossima fermata:

Questa fase di lavoro è conclusa, gli operatori di CSV Bergamo hanno ora il compito di rielaborare le mappe inserendo didascalie e descrizioni che aiutino nella comprensione.

Le mappe saranno uno strumento a disposizione dei territori per continuare a interrogare e ampliare l’idea di Comunità Educante!

 

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