Dad e resilienza, “strumenti” di una scuola che cambia
di The Youth City Factory Staff
Durante i primi giorni del marzo 2020, l’Italia è stata travolta dalla pandemia e il mondo della scuola ha dovuto adattarsi con rapidità alla situazione. Anche la scuola ha risentito dell’emergenza sanitaria e per capire meglio come i docenti hanno rimodulato l’attività didattica abbiamo intervistato la prof. Rita Pisano, docente di matematica e fisica al il Liceo classico “Eschilo” di Gela. L’insegnamento delle materie scientifiche come la matematica o la fisica, ha spiegato la docente, ha avuto bisogno di trovare da subito strumenti che permettessero di poter tenere le lezioni come in presenza. Vi era la necessità di trovare applicazioni che avessero funzione di lavagna o permettessero la realizzazione di grafici. «Tengo a precisare che molte piattaforme all’inizio erano a pagamento, ma poi in seguito al prolungamento della Dad sono state rese gratuite», ha detto la prof. Pisano. Molti insegnanti si sono trovati spiazzati e fin da subito si sono cimentati con corsi di aggiornamento sulle nuove tecnologie, che spiegassero come approcciarsi in maniera semplice alla didattica digitale.
«Anche i criteri di valutazione sono stati rimodulati in base al tipo di didattica del momento». Gli insegnanti, così, hanno dovuto tenere conto di competenze e conoscenze diverse rispetto a quelle della didattica tradizionale. Si è preferito valorizzare i collegamenti interdisciplinari e la capacità di elaborazione di contenuti digitali da parte degli alunni: le verifiche scritte sono state realizzate su piattaforme che docenti e studenti hanno imparato a conoscere strada facendo. Un altro cambiamento radicale che la pandemia ha portato nel mondo della scuola è stato quello dei rapporti umani: «Mi sono ritrovata catapultata in classi nuove che hanno iniziato il percorso scolastico durante la pandemia, e le difficoltà ad instaurare una relazione educativa sono state molte». Durante le lezioni in modalità Dad non si percepisce realmente se l’alunno ha assimilato i contenuti o meno, poichè molto spesso l’insegnante si ritrova davanti ad un’icona e una telecamera spenta. Purtroppo gli studenti in particolare hanno vissuto un periodo difficile che li accompagnerà ancora per un po’ di tempo: oltre al mutamento delle relazioni alunno-docente, l’insegnante ha poi parlato della resilienza dei ragazzi, ovvero la capacità di adattarsi velocemente alla nuova situazione migliorando la loro condizione di stasi di fronte le avversità, arrivando alla conclusione dell’obiettivo che prefissato.
«Penso – aggiunge la docente – che le attività estive che il ministero ha intenzione di proporre durante l’estate agli alunni siano un ottimo strumento per recuperare la socialità perduta con i coetanei». Attività come il teatro, la musica e la pittura aprono la scuola ad una nuova missione educativa che non è più solamente quella di riempire gli alunni di contenuti fini a sé stessi. La comunità scolastica dopo la pandemia sta riscoprendo la dimensione educativa e formativa dei ragazzi a 360º che forse dopo molte riforme le era stata tolta. «Sento di dire – conclude la prof. Pisano – che sia gli insegnanti che i ragazzi abbiamo riscoperto la bellezza dello stare insieme, anche quando tutto ciò si realizza nella scuola che è un ambiente per certi versi rigido e formale”. L’esperienza della Dad ha certamente segnato gli studenti ma ha anche gettato le basi per rivedere le sfide educative che la scuola deve affrontare alla luce di un mondo che cambia velocemente.
Gabriele Cafà
Eva Giuliana
Maria Grazia Incardona
Elisabetta Romano
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