I nonni e i social, la sfida digitale dei nostri tempi

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Nella società odierna l’utilizzo di social network rappresenta non solo un diletto ma anche una necessità. Data la situazione sanitaria dell’ultimo anno, sono diventati indispensabili anche per le attività lavorative e scolastiche. Tuttavia sono stati un mezzo efficace per mantenere anche i rapporti sociali, che in presenza non sono stati possibili per cause di forza maggiore. Mentre per i nativi digitali questo eccessivo utilizzo dei social non ha rappresentato alcuna difficoltà, per le altre generazioni non è stato così semplice: ma molti sono riusciti ad adattarsi e a vincere una vera e propria sfida digitale. Ad affrontare questo tema è Bianca Montana, ex professoressa e nonna, che ci parla della sua esperienza attraverso i pro e i contro che emergono dall’utilizzo dei social.
Data la pandemia che ci ha colpiti da più di un anno, secondo lei i social sono stati una risorsa utile per annullare in parte le distanze con i familiari e amici?
«Gli italiani, obbligati a stare a casa per il lockdown, hanno potuto mantenere contatti con il mondo esterno e relazioni sociali grazie alle piattaforme online. Il 2020 e il 2021 sono stati e sono gli anni del distanziamento fisico e solo i social network ci hanno permesso di restare in contatto con i nostri familiari, di reperire informazioni, di poter lavorare o studiare, ma anche di poter godere di momenti di distrazione».
Ritiene che i social network abbiano cambiato in qualche modo le relazioni sociali?
«I social, per me, non hanno cambiato le relazioni sociali, ma il modo di intrattenere i rapporti umani, spesso intensificandoli. I social network sono sicuramente uno strumento molto innovativo, che ci permettono di comunicare con persone anche dall’altra parte del mondo, di scambiare video e foto, notizie di cronaca e qualche gossip per strappare qualche sorriso. Posso affermare che, per me e penso anche per molti altri, la comunicazione digitale è diventata e lo è anche ora un utile mezzo per rimanere in contatto con gli altri».
Quale social usa maggiormente, e perché?
«Io uso molto Facebook, Whatsapp e Instagram. Attraverso Facebook ho ritrovato tanti amici, ex compagni di scuola e molti miei ex alunni, che non vedevo da tempo e con i quali posso continuare ad avere un piacevole e affettuoso rapporto. Uso Whatsapp per comunicare in privato con tutti i miei cari e per scambiare delle videochiamate, che, in parte, hanno addolcito la lontananza da loro e io, che ho fratelli e nipoti sparsi in tutta Italia, ne ho usufruito parecchio».
Essendo stata un’insegnante, ritiene che a scuola si dovrebbe affrontare il tema di un uso consapevole dei social al fine di conoscere i rischi e le opportunità che essi offrono?
«Penso che non sia solo importantissimo, ma addirittura necessario e inderogabile affrontare questo tema a scuola. Da studi recenti, è stato accertato che proprio l’isolamento forzato, dovuto alla pandemia, ha evidenziato l’ambivalenza degli smartphone, dei social media e del web in generale: se da un lato hanno garantito le relazioni sociali quando erano vietati incontri interpersonali, dall’altro è che anche vero che hanno portato tanti giovani a un maggior isolamento. Molti sono, infatti, i ragazzi che soffrono di ansie, di depressione e senso di inadeguatezza a causa di un utilizzo smodato e poco consapevole degli smartphone. La dipendenza da internet è sicuramente un problema molto serio e tra i sintomi più gravi vi è la perdita di contatto con la realtà. È necessario, dunque, che le famiglie e la scuola affrontino questo problema e che ognuno svolga al meglio la sua funzione educativa».

Paola Caci
Martina Catania
Francesca Filetti

(Foto di <a href=”https://pixabay.com/it/users/fancycrave1-1115284/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=820272″>fancycrave1</a> da <a href=”https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=820272″>Pixabay</a>)

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