INCLUSIONE SOCIALE E DISABILITA’: percorsi di sperimentazione allo Youth Center di Gela con Giosef Enna

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26 febbario 2019: Un altro appuntamento con il laboratorio di cittadinanza attiva si è svolto mercoledì allo Youth Center di Gela. I formatori di Giosef Enna hanno scelto come argomenti del pomeriggio la disabilità e l’empatia.

Il laboratorio ha affrontato il tema della difficoltà del sistema attuale di promuovere azioni di reale inclusione sociale per tutte le persone con disabilità. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità indica come prospettiva “la piena inclusione e partecipazione alla società”. Abbiamo analizzato quindi il contesto osservando prioritariamente gli elementi che  favoriscono e ostacolano la partecipazione sociale.

L’approccio, come sempre non formale ha coinvolto i bambini degli istituti Romagnoli e Quasimodo in una serie di attività: giochi di ruolo, brainstorming, confronti e riflessioni.

Uno dei giochi che ha appassionato particolarmente i ragazzi è stato quello del relatore silenzioso. Dovevano infatti riuscire a leggere il labiale del compagno per comprendere il suo messaggio, sforzandosi di interpretare sia il contenuto delle sue parole che il disagio di una persona con disabilità uditive o comunicative. Un esperimento semplice ma allo stesso tempo efficace che stimola la riflessione partendo dall’esperienza.

Le discriminazioni a danno delle persone con disabilità producono carenze di pari opportunità, oltre che minori possibilità di vita indipendente. Una situazione causata, in primo luogo, dalla persistenza nelle persone e nella società della visione, spesso implicita, della disabilità come malattia cronica e condizione di fragilità: condizioni che danno diritto a trattamenti sanitari e assistenziali che non migliorano significativamente la qualità della vita delle persone con disabilità.

Lo scopo del pomeriggio è stato quello di promuovere un’attività che permetta la riconversione delle attuali modalità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità. L’obiettivo è di trasformare i problemi in risorse, capaci di rispondere alla sfida dell’inclusione.

Subito dopo, divisi per coppie, i ragazzi hanno anche provato l’esperienza di camminare bendati, guidati da un compagno. Un gesto in apparenza semplice ma che ha messo in difficoltà molti. Lasciarsi trasportare è stato complesso per i ragazzi che non sono riusciti fin da subito a fidarsi completamente dell’altro e ad affidarvisi. Solo alla fine dell’esperimento hanno compreso quanto possa essere complicato dipendere dall’altro, e rimanere sereni e concertati passo dopo passo.

Le conclusioni a cui siamo giunti mercoledì pomeriggio sono, come sempre, positive e stimolanti. Tutti i ragazzi con i loro lavoretti e con le loro parole hanno affermato la dignità della diversità, valorizzandola come risorsa per l’intero gruppo, in grado, attraverso la valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, di diventare davvero un gruppo inclusivo. Il compagno o la compagna disabile diventa un soggetto attivo, che potrà portare agli altri la propria disabilità.

Una comunità inclusiva è una comunità che pensa e progetta tenendo a mente proprio tutti, partendo dalla modifica del contesto e non agendo solo sul soggetto, ma trovando strategie specifiche, adatte alla disabilità, utili alla collettività.

L’inclusione è un fenomeno biunivoco, in cui non solo il compagno disabile si adatta al comportamento dei compagni non disabili, ma anche l’intera classe deve sforzarsi di adattarsi e comprendere la disabilità del compagno, imparando e cambiando mediante l’esperienza con le persone con disabilità e viceversa.

Con il  termine di “inclusione”, quindi, si intende un processo, una filosofia dell’accettazione, ossia la capacità di fornire una cornice dentro cui gli alunni possano essere ugualmente valorizzati, trattati con rispetto e forniti di uguali opportunità. Si tratta di un approccio globale, non unicamente centrato sul singolo disabile, ma che si rivolge a tutti gli alunni e a tutte le loro potenzialità

Allo Youth Center abbiamo imparato a dare voce alle persone con disabilità nella scelta di dove come e con chi vivere nella società, favorendo e sostenendo la partecipazione attiva nella costruzione del proprio progetto di vita.

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