Da Monastir a Torino per diventare pizzaiolo: il viaggio di Aissa
di slowfood
Ha uno sguardo scanzonato Aissa, un’espressione che non ti aspetteresti da chi ha affrontato mille vicissitudini prima ancora di compiere la maggiore età.
Arrivato in nave quasi quattro anni fa da Monastir, la sua città natale in Tunisia, fino in Sicilia. Identificato e poi trasferito a Torino, insieme ad altre 40 persone richiedenti asilo.
Poi un mese in un centro di accoglienza, altri 4 mesi in una comunità per minorenni, poi ancora una permanenza in una comunità per maggiorenni.
Infine, l’incontro con le persone del progetto Youth and Food che lo hanno catapultato in una dimensione nuova, più accogliente, e tutta da scoprire: dopo i primi corsi di alfabetizzazione e informatica, propedeutici a quelli professionalizzanti, è emersa con decisione la sua inclinazione: innamorato della cucina italiana, sarebbe diventato un pizzaiolo!
Un percorso netto il suo: dopo i corsi di cucina ha ottenuto un tirocinio in una pizzeria di Torino, per poi lavorare presso altri locali.
Oggi lavora da due anni nel prestigioso ristorante “Il Bergamotto”, che si trova dentro nella Reggia di Venaria Reale.
Nel corso degli anni ha imparato a preparare diversi stili di pizza ma si è specializzato nell’impasto della napoletana, mostra con orgoglio le foto delle sue creazioni: pizze con il cornicione, “chiacchiere” di pasta fritta e panzerotti ripieni.
Partecipare al progetto Youth and Food non gli ha soltanto dato competenze per fare il lavoro dei suoi sogni ma lo ha messo nelle condizioni di essere libero e autonomo: Aissa racconta infatti come abbia imparato nel tempo a convivere con altri ragazzi e anche a gestire il denaro che guadagna per soddisfare le sue necessità ma anche per aiutare la sua famiglia in Tunisia.
Tra qualche mese, lo dice commosso, tornerà per la prima volta a Monastir per rivedere la sua famiglia e magari preparare per loro le sue pizze speciali. Questa volta, avranno tutto un altro sapore.
di Giada Fabiani, Slow Food