Il co-housing come esperienza di crescita e di emancipazione

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Sono 12 i giovani Youth&Food – Il cibo veicolo di inclusione, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ad Agrigento sono attualmente ospitati presso strutture dedicate a offrire loro un’esperienza di convivenza.

Rossana Carratello, della cooperativa sociale sanitaria Delfino, uno dei partner del progetto, ci racconta l’esperienza di co-housing: «Il mio ruolo è quello di orientatrice, mi occupo cioè di assegnare le attività ai vari partecipanti e ho seguito da vicino anche l’esperienza del co-housing. Innanzitutto questa possibilità è riservata a coloro che hanno dimostrato la volontà di restare; tra i beneficiari c’è un costante ricambio, molti decidono di partire e raggiungere amici o familiari nel Nord Italia o nel Nord Europa. Proponiamo l’assegnazione di una casa in comune a chi ha un contratto di lavoro e manifesta il desiderio di rimanere nel territorio agrigentino».

Per approdare a questo tipo di soluzione i ragazzi devono aver maturato un percorso che riguarda non solo l’inserimento lavorativo ma anche un sufficiente grado di autonomia che consenta loro di affrontare la convivenza ed emanciparsi serenamente dalle strutture di accoglienza.

«Il co-housing è una “terra di mezzo”: lo step precedente è la struttura di accoglienza mentre il successivo è abitare autonomamente» prosegue Carratello, «noi come cooperativa offriamo la possibilità di abitare in un appartamento per 12 mesi e provvediamo a spese e affitto, inoltre supportiamo i ragazzi che si trovano a gestire incombenze burocratiche legate, ad esempio, al rinnovo del permesso di soggiorno. Vivono in stanze doppie e condividono gli ambienti comuni provvedendo alla cucina e alle pulizie. In questi mesi imparano a gestirsi e, per chi viene da una struttura di accoglienza, la convivenza è più semplice: in un appartamento ci sono massimo cinque persone che in genere sono abituate a trovarsi in situazioni molto più affollate e con molti individuidi culture differenti. Difficilmente capita che si creino discordie».

Al termine dei 12 mesi di permanenza la cooperativa prosegue nel dare loro supporto aiutandoli a trovare una sistemazione alternativa, spesso rivolgendosi a privati o ad agenzie immobiliari del territorio; nel corso di queste ricerche capita spesso di imbattersi in una serie di ostacoli che possono essere riassunti in un atteggiamento di circospezione e pregiudizio: «Purtroppo non sono rari i casi in cui riscontriamo diffidenza perché l’affittuario è una persona straniera, ci vengono chieste più mensilità come caparra e spesso i ragazzi non hanno la possibilità di anticipare il denaro. Altre volte le soluzioni abitative non sono adatte a ospitarli, per il permesso di soggiorno è necessario che tutto sia in regola poiché uno dei requisiti per il rinnovo è la presentazione di un certificato di idoneità alloggiativa».

Un percorso, dunque, non scevro da problematiche ma comunque denso di esperienze positive che conducono verso l’obiettivo comune della conquista di autonomia e integrazione sociale e promuovono quella continua ricerca di indipendenza in cui siamo tutti impegnati, in special modo chi ha lasciato tutto per trovare il proprio posto nel mondo.


“Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org”.

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