Il viaggio: il fil-rouge e tema centrale delle attività a scuola dell’a.s. 19-20

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Per le classi che avevano già svolto nell’anno scolastico 18-19 i laboratori di Vagabondi Efficaci si è consigliato ai formatori di sviluppare il nuovo laboratorio sull’evoluzione del concetto di “vagabondaggio” in quello di “viaggio”.

Il viaggio è un tema enorme. I formatori dovranno tenere presente le caratteristiche specifiche del progetto Vagabondi Efficaci che proprio in quest’anno scolastico prevede per i laboratori extrascolastici alcune azioni di mobilità, cioè dei piccoli “viaggi”.

Il viaggio prevede uno spostamento fisico da un luogo a un altro. Implica una preparazione, sottintende un obiettivo. Il viaggio permette di affrontare molte questioni che stanno a cuore agli adolescenti, soprattutto perché il viaggio implica sempre un cambiamento (fisico e interiore). Il viaggio può essere compiuto per divertimento, per conoscere, per turismo. Anche per fuggire o per trovare un luogo migliore dove vivere. L’archetipo è molto ampio per cui si consiglia di circoscrivere il campo in base agli accordi che verranno presi di volta in volta tra i formatori degli Enti e delle Associazioni.

Il viaggio ha a che fare con la dimensione spaziale, ma anche con quella temporale. Il viaggio implica una riflessione stringente sulla durata e sul tempo. Ma non si esclude che una riflessione sul viaggio possa avere come esito didattico anche un lavoro sui “viaggi nel tempo” per stimolare i ragazzi a ragionare sul prima, sull’oggi e sul dopo. Come eravamo, come siamo e come saremo?

Come materiali didattici oltre ai grandi archetipi del viaggio (dall’Odissea al Giro del mondo, dal Milione a Sulla strada) si consiglia di tenere presente gli studi di Vinicio Ongini sui “personaggi-ponte” dedicati in particolare alla fiaba, ma applicabili ad altri archetipi romanzeschi.

I personaggi ponte sono figure, oggetti, trame e luoghi narrativi che sono comuni a Paesi di culture, lingue, religioni diverse. Un minimo comun denominatore narrativo, un immaginario fantastico in comune.  Un nucleo di temi, motivi, intrecci che uniscono le diversità, che fanno da evidenziatore, da legame tra elementi culturali diversi, tra regioni del nostro paese e tra paesi lontani. E ci fanno intravedere un tessuto  comune (in particolare si vedano gli studi su Giufà).

Odisseo di Omero

Fiabe di Andersen

Il milione di Marco Polo

Il mago di Oz di Frank Baum

La macchina del tempo di H. Wells

I viaggi di Gulliver di Swift

Il giro del mondo in ottanta giorni di Verne

Ebano di Kapuscinski

Sulla strada di Kerouac

Controvento di Federico Pace

Un altro elemento che potrà essere utile, nello sviluppo delle attività laboratoriali, è quello della preparazione del viaggio: un viaggio inizia già dalla sua progettazione, nel momento in cui si immaginano, si sognano e si costruiscono nella mente mondi lontani distanti da noi. A questo aspetto si associa il concetto di libertà che ci conduce più a fondo all’essenza del viaggiatore. Il quale si mette in gioco, lascia una condizione protetta e stabile per entrare in una dimensione antica, quella della scoperta e della ricerca. Il viaggio in quest’ottica è il momento della scoperta dell’altro, ma anche di quella di sé stessi.

Il viaggio è anche la condizione esistenziale dell’artista, che sceglie sempre la strada meno battuta, come ricorda Robert L. Frost in una delle sue più note composizioni poetiche The Road Not Taken

 

Two roads diverged in a yellow wood
And sorry I could not travel both
And be one traveler, long I stood
And looked down one as far as I could
To where it bent in the undergrowth;

Then took the other, as just as fair,
And having perhaps the better claim,
Because it was grassy and wanted wear;
Though as for that the passing there
Had worn them really about the same,

And both that morning equally lay
In leaves no step had trodden black.
Oh, I kept the first for another day!
Yet knowing how way leads on to way,
I doubted if I should ever come back.

I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
Two roads diverged in a wood, and I –
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.

 

Divergevano due strade in un bosco

ingiallito, e spiacente di non poterle fare

entrambe uno restando, a lungo mi fermai

una di esse finché potevo scrutando

là dove in mezzo agli arbusti svoltava.

 

Poi presi l’altra, così com’era,

che aveva forse i titoli migliori,

perché era erbosa e non portava segni;

benché, in fondo, il passar della gente

le avesse invero segnate più o meno lo stesso,

 

perché nessuna in quella mattina mostrava

sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo.

Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno!

Pure, sapendo bene che strada porta a strada,

dubitavo se mai sarei tornato.

 

lo dovrò dire questo con un sospiro

in qualche posto fra molto molto tempo:

Divergevano due strade in un bosco, ed io…

io presi la meno battuta,

e di qui tutta la differenza è venuta.

 

Articolo e riflessioni a cura di Lorenzo Cipriani e Rodolfo Sacchettini

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