Perché sono nata così sensibile? Laboratorio sperimentale di scuola attiva per dare corpo e voce ai pensieri più autentici dei bambini e delle bambine.

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Sono le 6.00 quando partiamo da Napoli ed è ancora buio.

Ci mettiamo in autostrada con le luci dell’alba che si fanno spazio man mano che percorriamo i chilometri. Poi le luci dell’alba spariscono e ci avvolge una nebbia sempre più fitta, da Avellino fino a Maschito è tutto un non vedere cosa c’è intorno a noi.

L’unica cosa che riusciamo a distinguere bene è l’area industriale di Melfi che un po’ ci spaventa e ci fa interrogare. Un grigiore più terribile della nebbia che nasconde la purezza e la magnificenza delle campagne intorno.

Arriviamo intorno alle 8.30 a scuola e appena scesi dall’auto, quasi come a salutarci, il sole fa uscire i suoi raggi diradando la nebbia.

Entriamo a scuola e l’impatto è di un luogo rimesso a nuovo da poco, molto colorato e vivo.

La maestra Silvia con cui abbiamo contatti ancora non c’è, entra un po’ più tardi quel giorno.

Ci accoglie la coordinatrice della scuola, offrendoci un caffè e qualcosa per rifocillarci dopo il viaggio.

Arriva Silvia ed entriamo nella prima pluriclasse, seconda/terza. I bambini e le bambine si alzano in piedi e non si siedono più, finché la maestra non dice di farlo. Ci stranisce questa cosa, non l’avevamo mai vista. È legata a quando eravamo piccoli però.

Li contiamo e ci sembrano un po’ pochi per l’attività che vogliamo proporre ed allora invitiamo anche la quarta, o meglio “invadiamo” la loro aula più grande, spostiamo i banchi e facciamo un grande cerchio.

Iniziamo subito a presentarci, salutandoci come gli orsi e gridando i nostri nomi.

Ci sediamo poi tutti per terra e inizio a narrare di un incontro con uno strano anziano tra la campagna di Maschito e della storia che questo signore ci ha donato, che poi sarebbe la nostra narrazione guida sui 4 ducati.

Dopo il racconto e il confronto con tutti, la maestra ci segnala che è ora della pausa merenda.

Ci ritroviamo dopo circa 15 minuti, accendiamo una cassa e parte una musica. Invitiamo tutti a muoversi nello spazio e a seguire le nostre indicazioni. Facciamo un viaggio di gioco teatrale tra tutti i personaggi della storia, le loro emozioni e i loro pensieri. Arriviamo che i personaggi della storia vanno a dormire e così tutti i bambini e le bambine si stendono e interpretano il dormire.

A quel punto chiediamo di lasciare i personaggi e tornare in loro stessi, sempre dormendo e pensare in quale dei 4 ducati narrati nella storia, loro andrebbero a vivere in questo momento della loro vita e perché.

Piazziamo poi i quattro fogli dei quattro ducati nei quattro angoli della classe e gli chiediamo di risvegliarsi pian piano e raggiungere il ducato che hanno scelto.

Quando tutti sono in posizione, distribuiamo fogli e chiediamo loro ti scriverci quello che prima hanno pensato: in quale ducato ora vivrebbero e perché.

Alla fine della scrittura ritorniamo tutti in cerchio.

Viene pescato a caso un foglio da uno dei bambini e lo leggiamo, facendo partire discussione e confronto sul racconto e sul posizionamento nel ducato, se siamo d’accordo o meno con il nostro compagno.

Si parla di amore, di sensibilità, di corpo e motivazioni. Qualcuno arrossisce e qualcun altro piange.

Tutti vogliono leggere e condividere il proprio racconto. Purtroppo è ora di andare per noi e di uscire per loro. Ma nè noi nè loro riusciamo a staccarci facilmente.

Ci salutiamo mentre loro escono da soli da scuola e vanno verso casa, cose che in città per noi sono impensabili.

Noi ci rimettiamo in auto per tornare verso Napoli.

La nebbia non c’è più, il cielo è ancora chiuso. Il sole entra ed esce tra i nuvoloni.

Nel viaggio ci raccontiamo tra noi quello che è accaduto e proviamo a spiegarci alcune cose.

Ci salutiamo al benzinaio di Arzano.

Con tanti chilometri percorsi e la domanda di “Elle” ancora in testa: perché sono nata così sensibile?

 

Racconto a cura di Tonino Stornaiuolo che ha condotto, insieme ad Assunta Iorio, il laboratorio sperimentale di scuola attiva a Maschito. Attività organizzata dal Consorzio C.S. in collaborazione con il Centro Territoriale Mammut di Napoli nell’ambito del percorso di ricerca azione “Il mito del mammut”.

I laboratori sperimentali di scuola attiva, oltre a Maschito, coinvolgono i seguenti plessi: Ginestra, Ripacandida, Forenza, San Fele, Montemilone, Armento, Guardia, San Martino, Montemurro.

 

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