Cosa significa «riparare» attraverso cinema e teatro? Un laboratorio per sperimentare la Giustizia riparativa
di istitutodoncalabria
È stato attivato in questi mesi Colmare, un laboratorio di cinema collettivo e teatro d’indagine rivolto a minori tra i 15 e i 17 anni segnalati dall’autorità giudiziaria minorile della provincia di Venezia, organizzato dalla Cooperativa Rem e dalla Cooperativa Titoli Minori.
Il percorso – che rientra nel progetto “Tra Zenit e Nadir: rotte educative in mare aperto”, selezionato dal bando “Cambio rotta” promosso dall’Impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile – ha come obiettivo quello di sperimentare alcuni aspetti della Giustizia riparativa attraverso metodologie e tecniche che spingano i minorenni autori di reato a mettersi in discussione in prima persona, nel tentativo di rielaborare i propri vissuti e le proprie certezze, per giungere a una maggiore consapevolezza della propria storia e a una più concreta assunzione di responsabilità rispetto al percorso fatto.
Riparare sperimentando scrittura autobiografica, cinema e teatro significa far emergere quelli che possono essere i nodi emotivi da superare per andare oltre il reato stesso, senza mai dimenticarlo, e navigare così verso una gestione generativa del conflitto, che non faccia leva sul concetto di punizione, ma che promuova un maggiore riconoscimento sia del reo sia della vittima.
Cura, mancanza, fragilità, torto, responsabilità, favore sono alcune delle parole chiave trattate nelle varie attività proposte da Colmare, che vuole quindi affrontare la riparazione nella sua valenza profonda: non in una prospettiva compensatoria o di risarcimento, ma come un processo che assume, senza dubbio, l’irreparabilità intrinseca di ogni reato e rilancia, al contempo, la possibilità di progettare un agire diverso per il futuro.
Attraverso un percorso creativo e la costruzione di un prodotto audiovisivo non si vuole solamente riparare a un danno, ma soprattutto progettare azioni consapevoli verso l’altro e verso sé stessi che possano ridare significato, laddove possibile, ai legami di fiducia.
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