Operatori a confronto: la supervisione metodologica una tappa fondamentale

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Periodicamente è previsto un incontro tra tutti gli operatori coinvolti in Totem. Momenti fondamentali di scambio, relazione e confronto tra educatori che lavorano in quattro scuole e tre municipi diversi. Report, mail e scambi tra coordinatori non possono infatti sostituire momenti plenari dove tutte le persone coinvolte nel progetto educativo si parlano e si conoscono. “Questi incontri hanno diversi obiettivi: da una parte si inseriscono nella più generale dimensione della supervisione metodologica che il progetto offre anche sul piano territoriale e dall’altra parte si pone degli obiettivi sul piano della formazione e della riflessione condivisa. – spiega Roberto Latella, supervisore del progetto – Si tratta in questo senso di costruire linguaggi comuni, omogenizzare gli stili di lavoro e confrontarsi in modo da dare significati simili, pur nella diversità territoriale, alle azioni che si ripetono sui diversi presidi”. 

Se il primo incontro, puramente conoscitivo e di coordinamento, è stato posto all’inizio del progetto, il secondo è stato invece dedicato ai concetti chiave di povertà educativa comunità educante. Un confronto necessario per far muovere ogni operatore all’interno di una stessa cornice di riferimento concettuale, una discussione indispensabile per dare un respiro strategico concreto alle scelte metodologiche da attuare in ogni singola azione. Una conquista dunque collettiva da parte di tutti i partecipanti, non l’adesione a un modello prestabilito.

Il confronto è passato per dei momenti di gioco e presentazione, allo stesso modo e con lo stesso metodo con cui chiediamo ai ragazzi di confrontarsi e arrivare a scelte condivise, per arrivare poi a un momento di restituzione finale. In particolare è stato interessante e utile il gioco finale che prevedeva un percorso articolato in cui tutti i partecipanti proponevano delle parole chiave per rappresentare la specificità del progetto, una discussione che ci ha portato a scegliere alcune parole chiave condivise, messe poi in ordine di importanza nei quattro gruppi all’interno dei quali i partecipanti si sono divisi:

Crediamo che sia utile, per restituire almeno parzialmente lo spirito e il confronto in forma sintetica, riportarle per esteso.

Gruppo 1: connessione tra intenzioni progettuali; Interconnessione abilità e ruoli professionali; Facilitazione; Riscoprire l’entusiasmo per l’esplorazione dei luoghi con gli occhi di un bambino

Gruppo 2: Mettersi in gioco; Collaborazione; Aggregazione; Stimolare capitale sociale e culturale

Gruppo 3: Empatia; Relazione; Circolazione delle idee :Condivisione in gruppo

Gruppo 4: Relazione; Ragnatela; Rete; Passione

Sembra abbastanza chiaro che le parole chiave emerse rimandano costantemente alla necessità di interdipendenza e connessione di cui questo progetto ha bisogno, tanto come connessione tra le diverse parti, azioni e partner del progetto, tanto come capacità di connettere i diversi attori della comunità educante e della rete territoriale, che rappresentano il cuore di un intervento di comunità come quello proposto da Totem.  – conclude Natella – L’altro aspetto che emerge e la dimensione emotiva e la passione, componenti che sembrano essere parte fondante di un progetto che vuole essere una sperimentazione e che dunque avrà bisogno di tutta la curiosità, l’energia e la motivazione degli operatori“.

Tutti i risultati della supervisione elaborati dal conduttore saranno successivamente caricati sulla Smart Room virtuale, per renderli disponibili a chiunque operi nel progetto a tutti i livelli, creando così un patrimonio di saperi e indirizzo digitalizzato, condiviso e accessibile del progetto.

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