Secondo appuntamento del ciclo di webinar con il Piemonte sull’alleanza territoriale

di

Il secondo appuntamento con il ciclo di webinar di STEM*Lab ha affrontato il tema del rapporto tra scuola e territorio, con una particolare attenzione al coinvolgimento degli enti del Terzo Settore e delle istituzioni locali nel progetto educativo volto a formare i cittadini e le cittadine del futuro. Il 23 febbraio, durante l’incontro organizzato insieme a Liberitutti e Fondazione ECM, ne abbiamo discusso in diretta streaming con un’esperta di progetti di empowerment e il contributo dei partner scientifici, dei comuni e dei dirigenti scolastici piemontesi coinvolti nelle attività di STEM*Lab.

Abbiamo chiesto alla nostra ospite, Federica Vittori, responsabile progetti ed empowerment per cheFare, come l’alleanza tra scuola e territorio diventa incisiva per lo sviluppo di una cittadinanza attiva: « Innanzitutto c’è da sottolineare che la definizione di cittadinanza attiva assume sfumature diverse a seconda dei contesti. Nell’alleanza tra scuola e territorio sono incluse imprese, associazioni, biblioteche , musei, enti del Terzo Settore e individui in grado di sprigionare un grandissimo potenziale in sinergia. Lavorare su questa sinergia significa creare le premesse per partecipare attivamente e positivamente alla vita pubblica, in un percorso in cui estendere la percezione di quello che ciascuno di noi considera personale: ad esempio la piantumazione del quartiere, la sua pulizia o l’organizzazione della scuola. Significa contenere il senso di frustrazione e d’impotenza, offrendo la capacità di incidere e di scegliere ciò che è meglio non solo per se stessi, ma anche per la propria famiglia e per la comunità in cui si vive. Questa pandemia, infatti, ha definitivamente chiarito che la scuola non è solo trasferimento di conoscenza, ma costruzione di competenze e contributo alla definizione di cittadine e cittadini. È fondamentale educare alla vita sociale perché, quando dobbiamo partecipare,  siamo anche costretti a mediare. Si arriva ad una piena consapevolezza di questo spirito, quando le istituzioni e le organizzazioni innestano scambi volti al rafforzamento reciproco e le pratiche messe in campo da alcuni di questi soggetti diventano occasioni di apprendimento per gli altri: un apprendimento che diventa territoriale. Quando c’è sostegno reciproco, il territorio diventa più forte e capace di offrire risposte creative alle situazioni critiche, immaginando modelli alternativi, vocazioni territoriali e sinergie tra coloro che lo abitano e pluralmente lo governano. La scuola non può essere lasciata da sola, non basta avviare questo meccanismo, ma va manutenuto e preservato nel tempo. »

Un esempio della messa in pratica di questo approccio è il ruolo che la Biblioteca Archimede è riuscita a conquistarsi tra i cittadini di Settimo Torinese. Stefania Leotta, curatrice delle attività della biblioteca per la Fondazione ECM, ce ne parla diffusamente: « La Biblioteca Archimede ha compiuto dieci anni il 27 novembre ed è nata come un vero e proprio progetto: accanto ai prestito dei libri e alla promozione della lettura lavora come un centro culturale con una forte vocazione scientifica che ha l’obiettivo di essere all’avanguardia sia nella sperimentazione che nell’utilizzo delle nuove tecnologie. La Fondazione ECM offre tutta una serie di attività a disposizione delle scuole, ma contemporaneamente organizza manifestazioni come il Festival dell’Innovazione e della Scienza, giunto alla sua ottava edizione con più di 400 eventi tra laboratori, mostre, espositori, ecc.  Per aumentare la sua vocazione scientifica, è stato aperto il laboratorio Lego Education Innovation Studio, uno degli 8 spazi che utilizza il metodo Lego per lo studio delle STEM. La proposta formativa è diretta sia ai ragazzi che alle loro famiglie per la sperimentazione di robotica educativa, coding e storytelling che vengono appresi attraverso il lavoro con i mattoncini. Proprio questo tipo di metodologia ci ha permesso di partecipare al progetto STEM*Lab come partner scientifico territoriale. Le aule allestite all’interno delle tre scuole del Piemonte e delle altre regioni partecipanti sono nate con l’obiettivo di creare apprendimento, confronto e socializzazione, attualmente solo in orario extracurriculare, ma poi aprendosi all’intera cittadinanza.

Al centro viene posta l’esperienza diretta degli studenti, che agiscono come pensatori creativi. STEM è un acronimo ma è soprattutto un metodo di apprendimento interdisciplinare, nato negli anni 2000 negli Stati Uniti, con l’obiettivo di avvicinare gli studenti di ogni provenienza sociale alle discipline scientifiche, anche in contesti complessi. Anche dal punto di vista dell’allestimento degli spazi si contrappone al sistema tradizionale, è un luogo in cui si costruisce, si riflette, si discute. Le attività mettono in gioco capacità intellettive e riflessive, ma anche manuali e creative, sviluppando il confronto, lo spirito creativo, il problem soving, tutte le competenze necessarie in futuro. È importante, infatti, chiarire durante la formazione con i docenti che le materie STEM non si contrappongono a quelle umanistiche, ma diventano il perno attorno al quale far ruotare tutto il sistema educativo: pensare per obiettivi, affrontare problemi complessi di qualsiasi tipo, mettendo in connessione tutte le materie attraverso un uso attivo della tecnologia. »

Alessandra Girard, Assessore all’Istruzione del Comune di Settimo Torinese, rafforza il ruolo del progetto STEM*Lab nello sviluppo del territorio, sottolineando che: « STEM*Lab rappresenta una delle tappe del percorso della nostra amministrazione e della storia della città. Abbiamo un passato come città operaia negli anni ’70 e ’80, in cui le industrie sono state una risorsa, ma anche fonte di problemi per fattori inquinanti, essendo all’interno del centro cittadino.

Nel momento in cui le fabbriche sono state dismesse, si è dovuto decidere cosa fare con gli edifici. La Biblioteca Archimede, ad esempio, è nata sul sito della ex Paramatti. Fin da subito non ha voluto essere una biblioteca tradizionale, ma un polo aggregativo per i giovani, poi si è caratterizzata per l’offerta culturale e formativa nel senso della direzione scientifica. In brevissimo tempo si è conquistata una competenza accreditata, tanto da diventare partner scientifico territoriale. Il laboratorio STEM*Lab può diventare  un vero e proprio elemento attrattivo per la città, insieme all’Academy di formazione continuativa della robotica, che vede coinvolte come investitrici alcune aziende limitrofe, coinvolgendo i giovani con percorsi formativi per il lavoro e dando possibilità a chi ha perso un ‘occupazione di specializzarsi. Settimo è sicuramente diversa rispetto alla città operaia di un tempo, ma in qualche modo possiamo dire che si è mossa in coerenza con quella identità. »

Passando, invece, al territorio torinese, Carlotta Salerno, Presidente della Circoscrizione 6 della Città di Torino, porta l’esperienza di un tavolo di coprogettazione dei servizi educativi: « In Barriera di Milano [quartiere torinese] abbiamo una solida rete scolastica sul territorio e una rete associativa storica e molto riconosciuta. Otteniamo i migliori risultati quando le istituzioni e la rete del privato sociale si impegnano a costituire patti di lavoro e percorsi comuni per cercare di recuperare i gap del territorio. Ci ispiriamo al dettato costituzionale sui pari diritti, per assicurare ai bambini pari opportunità e nessun limite imposto da qualunque condizione esterna. Il territorio ha grandi possibilità ed è molto reattivo, i bambini devono amarlo e sapere di essere al centro delle politiche di territorio, delle azioni del privato sociale, al centro dell’attenzipne delle istituzioni perché sviluppino le proprie potenzialità. Il rapporto con le scuole è sempre stato molto forte, costruttivo e la situazione attuale ci ha portato ad aver un nuovo respiro di collaborazione con dirigenti scolastici reattivi alle problematiche del territorio per una progettazione a lungo respiro. Un percorso di medio e lungo termine che non si esaurisce con il ciclo scolastico, ma accompagna i ragazzi fino ad essere cittadini adulti, con la consapevolezza del territorio ma anche delle proprie possibilità. Attraverso le STEM lavoriamo sull’affermazione dei ragazzi e delle ragazze come cittadini e come persone, sulla definizione della propria personalità, sull’orientamento verso quello in cui si sentono più portati. Abbiamo bisogno di una visione che sia il più possibile a 360°. »

Infine, Ciro Cacciola, direttore del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, completa il quadro di riferimento, descrivendo come sta cambiando il ruolo dei musei nel processo di apprendimento e crescita: « Il mondo dei musei sarà costretto a fare i conti, anche per gli effetti della pandemia, con la sua funzione, modificando profondamente il modo di porsi e di pensarsi nei confronti della comunità. Da sempre abbiamo lavorato con la scuola, perché il 40% dei nostri visitatori era fatto di docenti, studenti e appassionati, ma il Covid ha costituito uno stimolo più forte in questa direzione. Dal 2008, ci siamo occupati in particolare del passaggio al digitale, per cui abbiamo potuto osservare come negli ultimi anni le loro richieste e i bisogni siano completamente cambiati. Le chiusure ci hanno costretti a inventare una modalità differente di trasmissione della conoscenza e le future amministrazioni dovranno tenere in considerazione l’idea che la cultura vada intesa come cura e strumento imprescindibile per ricucire una ferita molto profonda. L’Istat ha rilevato che, negli ultimi 12 mesi, il 28% degli Italiani non ha letto un libro, visto uno spettacolo o guardato un film; i musei devono dunque diventare produttori e attori di comunità per ricostruire il tessuto sociale. In questo processo, l’uso dei linguaggi digitali sarà sempre al centro del racconto del nostro patrimonio, perché i Millenials sono già pienamente inseriti in questo mondo. STEM*Lab costituisce, perciò, un esempio di come dare risposta ad una domanda etica sulla riduzione del divario culturale che si è aggravato negli ultimi mesi. »

Queste sono le argomentazioni che hanno spinto il coordinamento piemontese del progetto ad insistere su un lavoro di messa in rete delle competenze per rispondere alle urgenze dello scorso anno. Erika Mattarella, coordinatrice STEM*Lab per Liberitutti, apre la discussione sull’esperienza delle scuole: « Prima ancora che di alleanza, io parlo di comunicazione, ponendo come prima azione quella di coprogrettazione con i partner, modulando il progetto anche in corso d’opera, come ci ha permesso di fare l’approccio flessibile di Con i Bambini, l’impresa sociale che sostiene STEM*Lab. Abbiamo ragionato a lungo su cosa potessero essere questi spazi nei diversi territori e come si adattassero alle singole azioni. Proprio quando avremmo dovuto inaugurare è arrivata la pandemia e allora siamo passati da una collaborazione ad un’alleanza, anteponendo i bisogni degli allievi e della scuola alle velleità delle diverse organizzazioni del partenariato. Liberitutti aveva delle competenze da mettere a disposizione del territorio, ma si è proposto come prima cosa di ascoltare i bisogni. Un esempio di questo atteggiamento, nella pratica e nei processi, è stata l’Estate Ragazzi, con cui si è offerta una programmazione che ci ha reso presidio territoriale anche per altre scuole o ponte tra i genitori e le altre realtà del territorio. »

La parola, infine, è passata ai dirigenti scolastici del Piemonte a sottolineare una serie di buone pratiche sviluppate durante lo scorso anno. Damiana Periotto, DS dell’IC Aristide Gabelli di Torino, ha descritto i patti educativi sottoscritti all’inizio di quest’anno nella Città di Torino « allo scopo di consolidare le relazioni con le associazioni e gli enti del Terzo Settore a partire dalla solidarietà, dal principio di sussidiarietà e di comunanza degli interessi, come detta la Costituzione. Il piano scuola è stato firmato il 26 giugno 2020, includendo ben 35 patti educativi di comunità nella Città Metropolitana di Torino, destinati a richiedere finanziamenti al MIUR per processi di apprendimento e progettualità piuttosto complesse. Dai laboratori di lingua 2, all’orientamento lavorativo, all’espressione artistica, si arriva alle STEM con la speranza di coinvolgere le famiglie del territorio, che per la maggior parte sono straniere e sarebbero facilitate da un percorso di accompagnamento. Da soli sarebbe impossibile avere un’offerta così ricca, ma insieme sfruttiamo il potenziale di un territorio che si dimostra vivacissimo. »

Annamaria Capra, DS dell’IC Leonardo da Vinci Frank, ha portato l’esperienza del Tavolo 13, chiamato così dall’età media dei minori che ne sono beneficiari: « Il Tavolo 13 riunisce tantissimi attori diversi che sono rappresentativi di un pezzo del nostro territorio a Falchera. Dal 2014 si incontra per progettare iniziative, creare coordinamento, costruire nuovi processi con la scuola per le famiglie. Una metodologia trasversale e multidisciplinare che si declina, in particolare con lo STEM*Lab, in una visione della scuola come promotrice della salute data dall’incontro tra aspetti sociali, culturali, psicologici, fisici. La salute intesa come benessere. Cooperazione, apprendimento attivo e cura delle buone prassi condivise a livello territoriale, generative di pensiero condiviso e inserito anche all’interno di una rete europea. »

Infine, Massimo Sapia, DS dell’IC Settimo 3, ha tracciato un racconto accorato delle fasi del progetto che hanno consentito di creare coesione all’interno del partenariato, dalla preparazione delle aule alla risposta all’emergenza. « La pandemia avrebbe potuto interrompere il progetto, mentre invece ne ha tirato fuori le caratteristiche principali. Riconvertirsi è stata la parola d’ordine, Liberitutti ha dato un senso nuovo al lavoro di coordinamento, ponendosi in ascolto dei bisogni della scuola e mettendo in campo le competenze giuste per formare gli insegnanti sulla transizione al digitale. Un aspetto particolarmente utile è stato quello del confronto con gli altri dirigenti, lavorando sull’inclusione a più livelli. Abbiamo ripreso con regolarità le nostre attività didattiche anche grazie a questa continuità. »

Proprio di risposta alle sfide della pandemia parleremo nel prossimo webinar, organizzato insieme a P.A.Advice sul tema del Recovery Fund e delle nuove opportunità di inclusione che esso comporta.

 

STEM*Lab: lavori in corso per una comunità educante è un ciclo di 4 incontri online che si offre come contenitore di discussione pubblica per i partner del progetto, riguardo alle premesse del lavoro condiviso insieme in questo primo anno di sperimentazione. Ciascun appuntamento è arricchito dal contributo di un* ospite, che introduce ciascun tema, inserendolo nella cornice del dibattito nazionale sul futuro della scuola e sulla collaborazione tra pratiche afferenti sia ai campi dell’educazione formale che di quella informale. A seguire i punti di vista di coordinatori territoriali, partner scientifici, docenti e dirigenti scolastici, enti locali coinvolti dalle azioni di STEM*Lab.

 

Report redatto da Nicoletta Daldanise | assistente al coordinamento STEM*Lab

 

 

 

 

 

Ti potrebbe interessare

Game design e missioni spaziali per BASE MARTE

di

Tra i quattordici presidi del progetto STEM*Lab, principalmente inseriti all’interno delle scuole primarie e secondarie di primo grado, ce n’è uno speciale...

Ingegneria e gender gap: WeWomEngineers, un network per accompagnare le scienziate di domani sulla via della ricerca

di

Durante la prima parte del suo percorso, STEM*Lab ha incrociato più volte le attività di WeWomEngineers, organizzazione nata dall’iniziativa di Manuela Appendino...

Il ruolo dello storytelling nell’educazione alle materie STEM

di

Cosa lega lo storytelling alle materie STEM? Sembrano appartenere a due mondi differenti, quello umanistico e quello scientifico, ma in realtà il...