Il ruolo dello storytelling nell’educazione alle materie STEM
di stemlab
Cosa lega lo storytelling alle materie STEM? Sembrano appartenere a due mondi differenti, quello umanistico e quello scientifico, ma in realtà il saper raccontare assume un’importanza fondamentale nell’aguzzare la curiosità delle ragazze e dei ragazzi e nell’incoraggiarli a mettersi in gioco attraverso la condivisione di esperienza.
“I vantaggi di introdurre il ‘metodo narrativo’ sono noti da secoli forse. Eppure, proprio oggi, nell’epoca digitale e della iper-connessione, coinvolgere e formare sullo storytelling permette ai giovani di costruire autonomamente il proprio sapere. L’abilità di raccontare permette di discernere ancora tra ‘reale e virtuale’ in un mondo che è sempre più immateriale, anzi liquido” si legge in un articolo di Orizzonte Scuola, a firma di Giuseppe Sferrazzo.
Ne abbiamo parlato con Marina Gellona, giornalista e docente alla Scuola Holden di Torino, alla quale abbiamo chiesto di chiarire quanto oggi sia diventato ampio il campo d’applicazione dello storytelling ed in che modo possa estendersi a includere anche le STEM.
Storytelling è una parola ormai utilizzata in diversi ambiti e ambienti culturali, soprattutto umanistici, ma non solo. Si può dire che, negli ultimi anni, ogni sfera della comunicazione (dal marketing al discorso politico, alla divulgazione di ogni tipo, alle TED conference) ne sia pervasa e attraversata; bisogna fare storytelling, usare lo storytelling, essere storyteller… e, come ogni concetto, parola, slogan che diventa di moda, rischia di perdere un po’ la propria anima, il senso, il radicamento in un pensiero, in qualcosa che ne restituisca la bellezza, le potenzialità, i colori, l’umanità.
Al di là delle declinazioni nei mondi sopracitati, lo storytelling, usa una struttura del discorso, un’articolazione particolare dei contenuti che si vuole condividere con chi ascolta. Questa articolazione è la narrazione, il parlare raccontando una storia; la storia prevede l’individuazione di un protagonista (reale o di finzione) e ne segue le vicende, i desideri, le emozioni l’intreccio con gli altri, il rapporto tra il suo mondo interiore e quello esteriore; è una forma di comprensione della vita, dei suoi fenomeni, di se stessi e, al tempo stesso, una forma di comunicazione che connette l’io agli altri grazie agli strumenti e le tecniche del racconto: coinvolgendo i sensi, le emozioni, il corpo e condividendo esperienza ed emozione, sapere e vita.
Fare storytelling è scegliere di comunicare raccontando una storia vera, di finzione o di finzione a supporto di una storia vera. La sua importanza nel mondo del lavoro è molteplice: laddove c’è una vicenda da seguire, laddove una persona o un fenomeno vivono, attraversano, propongono una trasformazione, vogliono presentare un progetto ad altri, hanno un’idea che desidera diventare realtà o vogliono raccontare se stessi.
Narrare potrebbe essere importantissimo per le STEM, perché le materie e i progetti di questo tipo riguardano persone e fenomeni che sono protagoniste di percorsi di ricerca, di costruzione, di lavoro, di studio per produrre conoscenza. Coinvolgono le emozioni e comportano l’incontro dell’io con gli altri, l’interazione con l’ambiente e il mondo.
In quale modo, nella tua esperienza, lo storytelling diventa uno strumento fondamentale per l’educazione dei più piccoli e quali competenze sviluppa? Come farli appassionare alle materie scolastiche attraverso questa pratica?
Infanzia viene dal latino ‘in-fante’, colui che non sa ancora parlare… Se diamo alla parola un’accezione non solo fonica o convenzionale, ma più ampia ovvero legata alla capacità di di dare un nome alle cose, di raccontare un’esperienza e di scambiarsi esperienze tramite il racconto, allora sicuramente l’uso delle storie, il racconto della vita di scienziati o scienziate che hanno studiato e scoperto un fenomeno naturale può aprire frontiere di comunicazione, di relazione tra bambini e bambine e di comprensione interessanti. Saranno racconti di donne e uomini che avevano desideri, emozioni, sogni o magari di un albero, un atomo o un pianeta come protagonisti di storie di trasformazione, di interazione con gli altri.
Inoltre, i bambini e le bambine possono imparare ad essere narratori e narratrici attivi, attraverso la narrazione di sé o la scrittura collettiva; raccontare è educativo perché predispone alla comprensione del punto di vista dell’altro, all’esplorazione del proprio modo di vedere le cose, alla capacità di valutare se ciò che dici (o scrivi) è efficace rispetto all’obiettivo di comunicazione che ti poni; per non parlare della varietà di forme possibili come il racconto scritto, il video, il fumetto, il teatro, il public speaking. Storytelling è comunicare raccontando, i linguaggi sono molteplici.
Ti chiediamo un consiglio per chi voglia approfondire questo metodo didattico. Cosa hai trovato interessante nelle tue esplorazioni su carta o nel web?
Un libro che sto leggendo con passione si intitola Insegnare con la letteratura fiabesca ed è stato scritto da Rosa Tiziana Bruno, docente, sociologa nonché direttrice artistica dello Scampia Storytelling, progetto curato dalla ICWA (L’associazione italiana scrittori per ragazzi e ragazze). Ho citato il libro perché offre spunti teorici e pratici da utilizzare in classe, ai fini dell’insegnamento e della costruzione di buone relazioni degli studenti e delle studentesse con sé e con il gruppo, per ogni materia attraverso percorsi interdisciplinari; studiare le piante partendo dalla lettura di Una foglia dal cielo di H.C. Andersen, ad esempio, dopo aver letto questo libro, diventa magicamente semplice e affascinante. Il libro è ricco di schede didattiche e di proposte laboratoriali per la scuola primaria, che però sono adattabili anche alla secondaria.
D’altra parte, se pensiamo alle nuove strade percorse dalla divulgazione scientifica, anche al di fuori della scuola, nel web, su twitch, attraverso le app di gamification per i musei e i podcast, è evidente che lo storytelling sia alla base di tutti questi strumenti ed abbia un’applicazione trasversale ai più vari campi del sapere, facendo da ponte per un approccio interdisciplinare e lo sviluppo di soft skills necessarie al mondo del lavoro.
Intervista a Marina Gellona
giornalista e docente alla Scuola Holden | storytelling e performing arts
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