Un workshop territoriale per riflettere insieme sulla povertà educativa

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Un laboratorio di comunità in Alta Valle Seriana

Giovedì 21 aprile 2022  l’Istituto Superiore “Fantoni” di Clusone è stato “teatro” di  un importante momento di confronto: un workshop territoriale, promosso dall’Ambito  della Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve, in collaborazione con i partner del progetto. L’Ambito, costituto da 24 comuni, si estende su di un territorio prevalentemente montano. L’evento voleva essere un vero e proprio laboratorio di comunità. L’intento era quello, a partire dal racconto delle attività e dei risultati del progetto,  quello di valutare, insieme ad attori e stakeholder territoriali, le possibilità di continuazione e rilancio delle azioni risultate maggiormente  efficaci in termini di contrasto della povertà educativa (anche dopo la conclusione del progetto prevista per agosto 2022).

La partecipazione

All’evento hanno partecipato su invito circa 35 persone: insegnanti, educatori, genitori, mediatori culturali, amministratori locali e referenti di associazioni del territorio, ma anche studenti.
Dopo i saluti di benvenuto della Dirigente dell’Istituto Fantoni, dott.ssa Annalisa Bonazzi, che si ringrazia sentitamente per l’ospitalità, le Cooperative Sociali “Ruah”, “Sottosopra”, “Cantiere”, “Crisalide” e “Il Piccolo Principe” hanno presentato le attività  realizzate.

Sono state raccontate azioni afferenti a diverse aree del progetto: interventi  per la  prevenzione della dispersione scolastica, azioni di orientamento, attività di ascolto e supporto ai genitori, azioni specifiche per l’inclusione di ragazzi di cittadinanza non italiana e l’intercettazione precoce del disagio giovanile.
Ai partecipanti è stato successivamente chiesto di dividersi in tre gruppi di lavoro, a cui stato chiesto di riflettere su:

  • opportunità e carenze del territorio per contrastare la povertà educativa,
  • possibili azioni di miglioramento  e innovazione.

La povertà educativa vista dai ragazzi

Di particolare interesse e profondità sono stati i contenuti emersi dal gruppo degli studenti.
Alla domanda “cosa è per voi la povertà educativa”, hanno esplicitato la difficoltà di potersi conoscere in profondità e di “non sapere cosa si può diventare”, la mancanza di reti sociali e l’impossibilità di potersi “sperimentare”.
La povertà educativa viene descritta come “una mappa senza indicazioni”, un “labirinto”, una “prateria coperta di nebbia”.

Per quanto riguarda invece le opportunità presenti sul territorio riconoscono la scuola,  le associazioni, le esperienze di alternanza scuola lavoro, gli oratori e lo sport.

Emerge come ci siano molte iniziative che potenzialmente potrebbero essere interessanti,  ma che gli adolescenti non riescono a cogliere ed a sfruttare per vari motivi, che sarà utile approfondire. Tra le opportunità che ritengono essere interessanti, ma sicuramente da potenziare, i ragazzi evidenziano: le attività/associazioni che permettono di conoscere meglio il loro territorio come “le nostre montagne” o più semplicemente Bergamo (“…. ci sono tanti ragazzi residenti nel nostro ambito che non hanno mai visto Città Alta…”).

Fra le opportunità da implementare ex novo citano: associazioni che organizzano viaggi per i giovani, l’Erasmus anche per le scuole
Superiori ed una maggiore integrazione tra le esperienze/opportunità diverse, per esempio tra sport e scuola, percepiti come mondi separati.

Infine, suggeriscono di incentivare e rendere il più concreto possibile il legame tra scuola e territorio.

Il punto di vista degli adulti

Le riflessioni apportate dai gruppi degli adulti, a partire dalle riflessioni dei ragazzi, hanno proprio a che vedere con la necessità di intersecare, far parlare tra loro, tutti gli attori e le iniziative che promuovono o vogliono promuovere opportunità di contrasto alla povertà educativa.

L’ormai ripetuto motto del “nessuno riesce da solo” sembrerebbe giunto a consapevolezza da parte della maggioranza dei presenti.
Ce lo chiedono anche i ragazzi: si tratta di fare in modo che i loro (ma anche nostri?) “mondi vitali” si parlino fra loro, si arricchiscano reciprocamente delle esperienze positive, in un’ottica di contaminazione di buone prassi che nel medio termine può catalizzare proprio
quel “welfare generativo” descritto nel progetto “Spacelab” nell’ormai lontano 2016.

Le conclusioni

In conclusione  dei lavori, la dottoressa Flavia Bigoni, presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito, nel ringraziare i presenti per i preziosi contributi proposti, ha sottolineato come sia fondamentale, per tutti coloro che si occupano a vario titolo del contrasto alla povertà educativa, mettersi in una posizione di ascolto nei confronti dei giovani. Senza la loro voce gli adulti rischiano di non vedere e di non capire “il loro sentire”. Diventa quindi necessario che i ragazzi “prendano parola” proprio come è successo in questa giornata di riflessione.
La promessa sussurrata da parte del mondo degli adulti presenti, al termine di questa intensa e proficua  occasione di confronto. è che sarà cura di tutti prendere in attenta considerazione le proposte emerse dai ragazzi e dalle ragazze.

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