Ampliare il lessico emotivo
di SottoSopra
Tra le attività di informazione e sensibilizzazione previste dal progetto SottoSopra per il contrasto al maltrattamento dei bambini e degli adolescenti, assumono particolare importanza i laboratori per i minori. I laboratori, della durata di sei ore per ciascuna scuola, coinvolgono gli alunni di due istituti comprensivi e altrettante scuole secondarie superiori di secondo grado per ciascuna annualità del progetto e per ognuno dei nove ambiti socio territoriali presenti in Basilicata.
Relativamente a questo primo anno, sono stati già completati nell’Istituto comprensivo Palazzo Salinari di Montescaglioso (Bradanica Medio Basento), a Matera negli istituti comprensivi Pascoli e Don Milani oltre che nel liceo artistico e nel liceo classico Duni-Levi, nell’Istituto comprensivo mons. Caselle di Rapolla e in quello di Lavello (Vulture Alto Bradano). I laboratori per minori sono attualmente in corso nell’ambito Val d’Agri, precisamente nell’istituto comprensivo Racioppi di Moliterno dislocato anche nei comuni di Sarconi e Spinoso.
Ma di cosa si tratta nello specifico? A fornirci qualche coordinata in più è lo psicologo Francesco Grieco, l’esperto che conduce i laboratori insieme all’antenna di SottoSopra operativa nel territorio di riferimento.
Si tratta di laboratori sulle emozioni e sull’affettività in cui il gruppo di studenti viene invitato ad affinare le proprie capacità relazionali, a comprendere il proprio stato emotivo e, in questo modo, a ri-conoscere ed entrare in empatia con il prossimo. “All’inizio mi presento, spiego velocemente di cosa mi occupo, poi lascio spazio ai più piccoli, provando a facilitare il flusso, e mi lascio condurre dalle loro suggestioni più che preparare un canovaccio preciso”, racconta Francesco Grieco. I bambini e i ragazzi hanno necessità di essere ascoltati e l’approccio discorsivo, circolare, mai cattedratico con cui il conduttore si presenta favorisce l’espressione senza filtri. “Vado in aula senza maschera e senza corazza”, sottolinea lo psicologo. “Non fornisco alcuna risposta, ma invito a trovarle insieme attraverso il dialogo con gli altri”.
“Quello che emerge anche da questi primi incontri è che i bambini esperiscono, anche se può apparire un termine inflazionato, ‘stati d’ansia’ già a partire dagli otto anni – sottolinea – e hanno pochi strumenti per riconoscerla e contrastarla”.
Laddove per i ragazzi più grandi sussiste la possibilità di verbalizzazione, dunque di parlare per affrontare gli argomenti, per i più piccoli lo spazio di espressione grafica è fondamentale. “Cosa ti fa sentire felice? E cosa ti fa sentire triste? Sono alcune delle cose che chiediamo di disegnare. A quelli ancora più piccoli chiediamo di colorare una specifica emozione, ad esempio. Già dai loro disegni e dalle loro scelte, che poi facciamo motivare, emergono degli spunti di approfondimento. Quando necessario, utilizzando la lim ormai presente in ciascuna aula, ci aiutiamo anche con supporti audiovisivi”. “Se ci si sintonizza su di loro e si alza il livello di attenzione – puntualizza Grieco – il disagio emerge e può così essere indagato. I minori lanciano continuamente segnali, dai più piccoli ai più grandi. Occorre avere la sensibilità giusta e la preparazione per intercettarli”.
L’obiettivo? “Regalare un po’ di consapevolezza. La nostra cultura – spiega lo psicologo – ci porta a tentare di risolvere tutto con la mente, in maniera cerebrale, prestando poco ascolto al nostro corpo”. “Alla domanda: come ti senti? tutti reagiscono soltanto con una delle seguenti risposte ‘bene, male, normale, nervoso’. Senza ulteriori sfumature. Manca il lessico emotivo. In questo modo diventa difficile entrare in contatto con il proprio stato e, a maggior ragione, con quello dell’altro”. “In questi laboratori del progetto SottoSopra – conclude – proviamo a fornire un piccolo aiuto per lo sviluppo di un’educazione e un’intelligenza emotiva, spesso assenti”.
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