I BAMBINI E LA CITTA’ OLTRE L’EMERGENZA
di Arcos
Oggi appare più attuale che mai guardare alle città, alle piazze e alle strade che le attraversano, come centrali per lo sviluppo di relazioni e di opportunità di apprendimento.
E’ in questo tempo davvero particolare che ANUPI Educazione, Movimento di Cooperazione Educativa e Università di Milano Bicocca hanno organizzato il convegno “I bambini e la città – ripensare gli spazi urbani per abitarli insieme”. Il 27 e 28 novembre rappresentanti delle Istituzioni, studiosi e organizzazioni del Terzo Settore sono intervenuti per ragionare su come la pandemia, pur con tutte le limitazioni che pone, possa rappresentare un’occasione per ripensare la città a misura di tutti.
La relazione di Enrica Lusetti di ANUPI Educazione, associazione nazionale degli psicomotricisti operanti in ambito socio-educativo, si è focalizzata sull’impegno della città di Genova nel farsi a misura dei più piccoli.
Genova da anni è al centro di un dialogo pubblico sulla “città ad altezza un metro”. Il dibattito si è sviluppato a partire dagli anni ’90 ispirandosi alle linee di indirizzo della Carta delle Città Educative ed è proseguito negli anni 2000 con il percorso di costruzione del Piano Regolatore dell’infanzia e dell’adolescenza.
In anni recenti alcuni dei protagonisti di quei processi si sono ritrovati per progettare azioni positive di contrasto della povertà educativa infantile. Il progetto La Scuola una piazza della città interpreta la scuola come una piazza dove si fanno incontri che possono cambiare i destini, dove i bambini e le famiglie incontrano nuove opportunità di crescita.
Nidi e scuole d’infanzia distribuiti sul territorio cittadino sono stati trasformati in piazze ed hanno ospitato laboratori di lettura, musica, arte…e molto altro coinvolgendo bambini ed adulti. E poi le piazze della città si sono aperte alle proposte ludico-educative dei servizi educativi nell’ambito di eventi pubblici che hanno coinvolto la cittadinanza.
Le attività nelle scuole, piazze della città, subiscono però una brusca frenata quando, con la caduta del ponte Morandi, la città si spezza in due. Lutti, separazioni, disagi, molti bambini non possono tornare nelle proprie case, al nido o a scuola. ANUPI Educazione, partner del progetto, ripensa il proprio programma di attività e propone laboratori di psicomotricità nei nidi e nelle scuole d’infanzia situati nei quartieri a ridosso del Morandi. I laboratori, a cui prendono parte oltre ai bambini anche i genitori e gli educatori, offrono l’occasione di costruire e ricostruire spazi simbolici, di condividere l’emozione di ritrovarsi insieme in un momento tanto difficile. Mai come in quella circostanza è risultato importante costruire ambienti a misura dei bambini dove attivare come adulti un ascolto profondo e ritrovare il senso di stare al mondo anche facendo comunità.
Lentamente la città si rialza ma un’altra emergenza si presenta: il Covid. La pandemia svuota le strade e le piazze delle città e con loro si svuotano le scuole. Ed è proprio nell’isolamento forzato che emerge prepotente il bisogno di parlare del corpo. La richiesta formulata dal personale dei servizi educativi è comprensibile… in fondo il corpo, nostro e quello dell’altro, è la nostra prima casa, il primo territorio da vivere, da esplorare. Gli psicomotricisti di ANUPI Educazione si ingaggiano in un dialogo a distanza con gli operatori delle scuole e dei nidi d’infanzia cittadini. Si sviluppa un percorso di formazione sulla riorganizzazione degli spazi, interni ed esterni, delle strutture educative in vista della apertura dei centri estivi e della ripartenza autunnale. Gli ambienti vengono visti con occhi nuovi, scoperti angoli dimenticati o trascurati. Gli spazi educativi si ampliano anche grazie a nuove alleanze con associazioni attive nei quartieri.
Oltre l’emergenza il progetto lascia alla città e alle sue scuole-piazze strumentazioni per riprodurre le attività che le hanno animate, spazi outdoor riqualificati anche con la partecipazione attiva di genitori ed educatori, una banca del tempo che, in termini di metodo, promuove e sostiene le pratiche di mutualità entro la comunità educante. E ancora, eredità importante del progetto per l’intera città, è il grande spazio all’interno del Nido Casetta degli Orsacchiotti, nel Municipio della Valbisagno, recuperato e adattato per ospitare permanentemente attività a mediazione corporea.
Il progetto ha contribuito a rafforzare la relazione tra organizzazioni del Terzo Settore e amministrazione comunale favorendo lo scambio di competenze ed il superamento di logiche competitive. Ma soprattutto ha messo in campo pratiche pedagogiche dove la città assume il ruolo di spazio educante, dove tutti i soggetti che la abitano sono chiamati a cooperare per creare ambienti in cui i bambini e le bambine possano crescere e diventare a loro volta soggetti attivi, produttori di idee, pratiche, speranze.
Sono disponibili, oltre alla Locandina del convegno del convegno, le registrazioni della prima giornata e della seconda giornata.
Agli atti del Convegno un video che ripercorre gli argomenti presentati nella relazione di Enrica Lusetti – ANUPI Educazione.
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