FUGA DI CLASSE

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Fuggire dalla classe, anche solo per un giorno, ed accorgersi, con entusiasmo, che la scuola non è solo una struttura, ma vive in ogni luogo in cui è possibile crescere e trovare un significato al proprio lavoro. E’ l’esperienza della classe 1D, raccontata da Elisabetta Berselli, la loro insegnante di lettere:

“Oggi una classe prima ha trascorso un intero giorno in Villa Duchessa di Galliera; si tratta della giornata conclusiva di un progetto lungo un anno, un percorso di scrittura creativa in cui i ragazzi hanno lavorato per raggiungere un obiettivo diverso rispetto al voto: scrivere tutti insieme un libro che racchiudesse i loro sogni, le loro emozioni durante il cammino verso l’acquisizione di una competenza di scrittura consapevole ed efficace.
Non hanno mai ricevuto in cambio un voto questi studenti, eppure, per un anno, hanno lavorato con impegno ed entusiasmo perché si sono visti protagonisti di un progetto che coinvolge la loro crescita personale a livello emotivo. Ogni disegno, ogni testo che hanno creato, non è un prodotto confezionato per ottenere il risultato chiesto per essere adeguati nell’ambiente scuola, ma un espressione del sé più profondo.
Oggi hanno disegnato dal vero posto incantati come il castello del Belvedere ed il Giardino degli ulivi, hanno avuto l’occasione di sperimentare il testo descrittivo fra terra cielo e mare, hanno pranzato tutti insieme su un prato e giocato a pallone, hanno persino ruzzolato giù da un prato in discesa, sporcandosi di terra e di vita.
Il progetto “Give Teens a Chance”, una collaborazione quotidiana e fattiva della Scuola della Pace con l’I. C. Voltri II, fa sì che gli educatori collaborino ad una didattica alternativa alla classica lezione frontale.
Spesso i ragazzi in primavera fuggono da scuola con lunghi sguardi fuori dalla finestra; oggi, anche grazie a questo progetto, li abbiamo portati fuori, di fronte all’orizzonte in cui fuggono con la fantasia e hanno lavorato con molta più passione di quella che adoperano fra i banchi, perché la distrazione non è nella natura, ma nel non trovare il significato di ciò per cui si lavora.”

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