UNA SCUOLA APERTA A TUTTI: il progetto di “Give teens a chance” per i ragazzi a rischio di dispersione

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“La scuola é aperta a tutti”. Nella sua brevità risuona chiara e stentorea la prima disposizione dell’articolo 34 della nostra Costituzione. Eppure, questo semplice dettame sembra non soltanto disporre la scuola ad accogliere tutti senza discriminazioni, ma anche a garantire un accesso che metta gli studenti in condizione di proseguire gli studi e partecipare alle lezioni al pari dei compagni. Pena la dispersione scolastica. É il caso di tanti ragazzi arrivati da poco in Italia, catapultati in periferia e inseriti di frequente una o due classi indietro per colmare le carenze scolastiche e linguistiche. Questo molto spesso non basta perché senza un adeguato accompagnamento e un recupero personalizzato i ragazzi sono destinati a vedere sempre come un miraggio la preparazione dei compagni e la possibilità di partecipare attivamente alle lezioni. Alcuni si demoralizzano e decidono di non andare più a scuola mentre i professori, soli e costretti dalla necessità di portare avanti il programma in classe, nella maggior parte dei casi non hanno tempo sufficiente da dedicare agli elementi più in difficoltà. Il progetto “Give teens a chance”, finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini, ha voluto non lasciare soli davanti a questa sfida ragazzi e insegnanti accompagnando i giovani a rischio di dispersione in un percorso personalizzato per raggiungere il livello dei compagni e organizzando un programma di alfabetizzazione per gli studenti stranieri.

Incontriamo oggi A., 16 anni, arrivato dal Sanegal 2 anni fa e frequentante la terza media nel quartiere del Cep, centro dell’azione di “Give teens a chance”.
A., come sono stati i primi mesi di scuola dopo il tuo arrivo in Italia?
“Sono stati davvero difficili, non riuscivo a seguire le lezioni in classe perché non sapevo bene l’italiano, solamente quando c’era matematica capivo la professoressa. Dopo un mese ho conosciuto Marta, di “Give teens a chance”. Con lei ho come ricominciato!”
Come siete riusciti insieme a recuperare e a raggiungere il livello dei compagni?
“Mi sono impegnato e ho studiato molto, non solo con Marta. Gli amici del progetto, collaborando con i professori, ogni giorno per qualche ora mi portavano fuori dalla classe per studiare e a recuperare con un programma fatto a posta per me. Prima pensavo che non sarei mai riuscito a rimanere in classe e a seguire le lezioni insieme ai miei compagni.”
E poi?
Sorride. “E poi ce l’ho fatta, i voti all’inizio non erano il massimo ma ce l’ho fatta. Senza l’aiuto di  “Give teens a chance” a scuola e nel doposcuola tutti i pomeriggi non credo ci sarei riuscito. Quest’anno i voti vanno
molto meglio!”
Quest’anno avrai l’esame, dopo cosa vorresti fare?
“L’esame sì é una sfida,  mi devo impegnare molto. Mi piacerebbe tanto studiare per diventare meccanico. Mi sono anche già iscritto! É bello riparare quello che é rotto, é il lavoro per me!”

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