Covid-19, a Palermo il Laboratorio Zen Insieme contro la diffusione delle disuguaglianze

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Il partner territoriale di S.C.AT.T.I. aiuta le famiglie in difficoltà, rese ancora più fragili dal lockdown

Se c’è un insegnamento, o forse sarebbe più giusto dire una conferma, che questa pandemia ci lascerà in eredità è che le conseguenze economiche e sociali di una situazione di emergenza ricadranno sempre con particolare efferatezza sulle fasce sociali più vulnerabili. Niente di nuovo sotto il sole, ovviamente: è chiaro che in circostanze straordinarie come quella che stiamo vivendo vengano immediatamente a galla le falle di un modello di società, nello specifico il fatto che la povertà non sia mai stata sufficientemente affrontata come tema urgente e prioritario. Ed è proprio per questo che, fra i tanti appellativi dati al Coronavirus, risulta particolarmente calzante e veritiero quello di “moltiplicatore di disuguaglianze”.

Allo Zen di Palermo, dove – come operatori di Laboratorio Zen Insieme – lavoriamo quotidianamente con l’obiettivo di accorciare le distanze, è parso subito evidente, fin dalle prime battute del lockdown, che fosse necessario intervenire in tempi brevi con azioni concrete di supporto alle famiglie in difficoltà. Fortunatamente non è mancata la solidarietà da parte dei nostri concittadini e delle nostre concittadine. Grazie alle tante donazioni, private o organizzate, lavorando in partnership con Save the Children Italia e coordinandoci costantemente con il Comune di Palermo per non disperdere energie o duplicare interventi, stiamo riuscendo ad accompagnare numerose famiglie nel reperimento dei generi di prima necessità, anche e non soltanto attraverso la spesa alimentare.  Fondamentale, in questo senso, è risultata la raccolta fondi organizzata dall’I.C. Leonardo Sciascia, partner territoriale del progetto S.C.AT.T.I. con cui portiamo avanti una lunga collaborazione.

C’è però un ulteriore rischio da prevenire, cioè che la contingenza di una situazione straordinaria non finisca per relegare in secondo piano quelli che sono i bisogni primari su cui abbiamo sempre lavorato. Senza dubbio la solidarietà è uno strumento importantissimo, ma non deve mai sostituirsi all’esigibilità dei diritti delle persone. Per questo continuiamo a lavorare affinché la grande partecipazione di questi giorni possa rappresentare il motore per l’attivazione di risorse nuove, dove ciascuno possa dare il proprio contributo per il bene collettivo. Ed è per questo che siamo particolarmente orgogliosi e orgogliose del provare a mettere a sistema competenze e attitudini che restituiscono protagonismo a un quartiere che ancora una volta dimostra di non avere alcuna intenzione di rimanere inerte ad attendere che qualcuno venga a risolvere i problemi, come una certa narrazione vorrebbe raccontarlo. Quello che noi tocchiamo con mano ogni giorno è un quartiere che si mette in moto e diventa una piccola macchina di solidarietà e mutualismo reale.

Così, allo stesso tempo, riusciamo ad entrare ogni giorno dentro le case dello Zen, nonostante il lockdown, con le attività a distanza. La nostra partnership con Save the Children e i percorsi avviati con il progetto S.C.AT.T.I., riorganizzati tempestivamente per essere proseguiti online, ci hanno consentito di non perdere il contatto con le famiglie, dando loro il supporto necessario negli ambiti più disparati: dalla creazione di una routine quotidiana alla prevenzione dei danni da un uso non controllato di internet, dalla qualità del tempo dei minori all’elaborazione di strategie partecipative e di advocacy, dall’accompagnamento allo studio all’organizzazione di momenti ricreativi, di confronto e di scambio di buone pratiche.

Perché sappiamo bene che in un momento come questo è fondamentale poter proseguire su una strada ben tracciata, consolidando interventi strutturati nel tempo, piuttosto che ricorrere alla semplice assistenza una tantum. Per questo, ora più che mai, siamo determinati nel nostro agire, costruendo comunità che mettano al centro sinergie, mutualismo e sussidiarietà, in cui tutti e tutte sappiano di poter contare l’uno sull’altra.

Articolo a cura di Fabrizio Arena, referente S.C.AT.T.I. per Laboratorio Zen Insieme

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