Palermo: la pandemia non ferma i giovani dello Zen, protagonisti del riscatto del quartiere
di Il Buon Inizio
COMUNICATO STAMPA
Partecipazione e tecnologie digitali: il progetto S.C.AT.T.I. aiuta i ragazzi ad affrontare con resilienza le difficoltà prima, durante e dopo il lockdown
Fare rete, senza cadere nella rete. Imparare a utilizzare le tecnologie digitali in modo positivo, consapevoli dei rischi connessi ai social, ma anche delle opportunità che possono generare. Il tutto senza dimenticare il territorio, per trasformare il quartiere palermitano dello Zen in una “zona di espansione” del protagonismo giovanile. Questo l’obiettivo di S.C.AT.T.I. (Scuola, Comunità, Attivazione, Territorio, Innovazione), progetto selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. L’iniziativa, ormai giunta al terzo anno, è nata con l’obiettivo – tra gli altri – di favorire la partecipazione di bambini, bambine e adolescenti, per poi diventare – negli ultimi 12 mesi – un vero e proprio laboratorio permanente che ha fatto da argine alla povertà educativa e all’abbandono scolastico in un territorio già tradizionalmente considerato a rischio, messo ancor più a dura prova dal Covid-19 e dalle conseguenti misure di lockdown.
Luogo centrale delle attività di S.C.AT.T.I., l’Istituto Comprensivo Sciascia, partner di progetto insieme alle associazioni del territorio Laboratorio Zen Insieme e Lievito Onlus, alla cooperativa sociale Orto Capovolto e al Comune di Palermo. Il progetto conta ad oggi il coinvolgimento di oltre duecento fra bambini e bambine, ragazzi e ragazze in diverse attività incentrate sulla partecipazione.
Tra le principali attività di promozione del protagonismo giovanile, i laboratori sull’uso consapevole delle tecnologie digitali, quelli di progettazione partecipata e di advocacy, frutto della collaborazione tra la cooperativa EDI Onlus, capofila del progetto, Save the Children Italia e l’associazione Zen Insieme.
Per l’uso consapevole delle tecnologie digitali, sono stati attivati dei laboratori che attraverso la “peer education” coinvolgono studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado, con l’obiettivo di aumentarne la partecipazione attiva a scuola e sul territorio. Nel dettaglio, la “peer education” è una metodologia di formazione e supporto tra pari: attraverso l’attuazione di un processo partecipativo, i beneficiari seguono una formazione adeguata e finalizzata a progettare e realizzare attività di sensibilizzazione per gli altri studenti della scuola, con il supporto di tutor e docenti.
I laboratori di progettazione partecipata coinvolgono gruppi classe di scuola primaria e secondaria di primo grado, accompagnandoli in riflessioni sui problemi e i bisogni collettivi della loro scuola. Ogni classe elegge dei rappresentanti, che confluiscono in un’assemblea dove vengono affrontate tematiche inerenti alla didattica, alle strutture scolastiche, alle relazioni dentro e fuori la scuola ed al territorio, individuando le responsabilità e avanzando proposte risolutive. Alla fine di ogni anno scolastico le proposte vengono presentate al Dirigente Scolastico, che le valuta e si impegna a mettere in atto in sinergia con genitori, alunni e docenti. Un esercizio di democrazia diretta che rafforza il senso di comunità e responsabilizza gli alunni e le alunne rispetto ai propri diritti e alle proprie responsabilità.
I laboratori di advocacy partecipata hanno permesso a ragazze e ragazzi di affrontare il lockdown in maniera resiliente. L’attività ha preso le mosse da un confronto con un gruppo di adolescenti, che hanno manifestato l’esigenza di destrutturare, attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, gli stereotipi che negli anni hanno finito per costituire lo stigma dello Zen. Il laboratorio, durato oltre un anno e proseguito a distanza durante il lockdown, ha alternato momenti di riflessione collettiva ad uscite sul territorio, insegnando ai ragazzi e alle ragazze a guardare con occhi diversi i luoghi della propria quotidianità, attribuendovi un valore estetico e imparando a narrarli con le immagini. I loro scatti sono stati selezionati e inseriti dall’associazione culturale Église nella rassegna ART – Art Rethiks Tansformation che si è svolta lo scorso dicembre.
S.C.AT.T.I. (Scuola, Comunità, Attivazione, Territori, Innovazione), progetto che coinvolge 27 partner tra enti locali, scuole e organizzazioni di terzo settore con ente capofila la Cooperativa Sociale E.D.I., promuove a Milano, Roma, Scalea/Praia e Palermo un modello di presa in carico globale di bambini e ragazzi, basato sulla responsabilizzazione, il rafforzamento e la messa in rete di tutti gli attori della comunità educante attorno alle scuole, centrato sul protagonismo di bambini e ragazzi e realizzato anche grazie al contributo positivo e consapevole delle tecnologie digitali.
Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org
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