Didattica a distanza: la sfida continua!

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Le scuole sono chiuse da febbraio. Questo fatto ha imposto cambiamenti radicali a tutti gli attori che ne sono coinvolti: gli studenti, le loro famiglie e i docenti.

Questi cambiamenti, in molti casi, si stanno rivelando occasioni preziose: possibilità di maggiore partecipazione e presenza dei genitori nel percorso di conoscenza e di studio dei propri figli, possibilità per gli studenti di utilizzare la tecnologia per nutrire curiosità e interesse verso la conoscenza e motivazione ad apprendere, spinta per docenti e scuole ad arricchire e ampliare i mezzi attraverso cui promuovono e propongono la didattica.

Questi cambiamenti, in molti casi, si stanno rivelando anche portatori di disagi e fatiche. Di seguito proviamo ad approfondirli.

LE FAMIGLIE. L’importante coinvolgimento richiesto ai genitori, nella gestione dei compiti, delle lezioni a distanza – a cui si somma l’organizzazione del proprio lavoro, della casa, di più figli – sta creando non poche difficoltà.

Visto il prolungarsi di questa situazione, e della necessità di continuare ad “andare a scuola da casa”, è importante nutrire la tenuta delle famiglie, per evitare frustrazione e scoraggiamento del genitore, che porterebbero a risvolti di certo non positivi:

  • Innesco sempre più frequente di dinamiche conflittuali tra genitori e figli, con il rischio di ricorrere a metodi autoritari o punitivi, per la pressione di rispettare scadenze o per rincorrere l’ultimo compito assegnato
  • Cedimento o abbandono dell’impegno, per eccessivo carico o inadeguatezza, aumentando l’isolamento del bambino.

Forse tale rischio potrebbe mitigarsi se si riuscisse a far sì che questo nuovo patto tra la scuola e la famiglia, implicito ma inevitabile, tenesse conto delle difficoltà dei genitori, considerasse in modo consapevole l’importante supporto alla didattica richiesto alle famiglie, evitando però di caricarle dell’aspettativa che assumano in toto il ruolo di docenti.

Un’attenzione alle diverse condizioni e possibilità familiari, proposte didattiche che siano facilmente accessibili, inclusive, diversificate, flessibili, che lascino anche spazio alla creatività e che considerino la sostenibilità dell’impegno da parte di tutte le famiglie, potrebbero essere di aiuto.

E inoltre mandare ai genitori un messaggio rassicurante:

ridimensionare le preoccupazioni rispetto ai compiti, allentare la tensione, sia su loro stessi che sui bambini, ridefinire il ruolo genitoriale in questa nuova dimensione scolastica…genitore non sostituto dell’insegnante, ma una sorta di “aiutante speciale”, il cui impegno è prima di tutto mantenere il più possibile vivo il rapporto con quella parte di vita (scuola) e con quelle persone (pari, docenti), così importanti per la crescita dei nostri figli, a tenere acceso e presente il contatto con l’esterno, lasciando aperta la mente, a stimolare il viaggio della conoscenza pur stando fermi e chiusi.

GLI STUDENTI E LE STUDENTESSE. La chiusura della scuola a febbraio! Vacanze anticipate e inaspettate!

Di certo i bambini e le bambine hanno accolto bene questo cambiamento e probabilmente continuano a farlo perché sanno adattarsi bene alle situazioni, anche a quelle più critiche, riuscendo a trarne aspetti positivi: poter stare a casa, sollevati dagli impegni scolastici, avendo a disposizione i genitori 24h su 24h.

Tuttavia è importante non trascurare anche le difficoltà che comunque vivono intimamente:

  • la resilienza che li connota non evita loro di comprendere la situazione che si sta vivendo, che non è affatto una grande vacanza collettiva, e ne respirano tutte le emozioni, anche quelle più dolorose e spiazzanti;
  • l’interruzione della routine scolastica, l’impossibilità di incontrare i pari, di vivere la dimensione di gruppo, di relazionarsi con altre figure adulte di riferimento, oltre ai genitori, in molti casi può essersi rivelata profondamente destabilizzante, soprattutto quando la vita intra-familiare è problematica;
  • la necessità di dover fare un salto nel virtuale, non a tutti noto, non per tutti scontato, non a tutti accessibile…

Come poter aiutare anche gli studenti e le studentesse a “sos-tenere”? Potrebbe essere utile mitigare il rischio che la didattica a distanza si spogli del suo mandato educativo; anche a distanza è importante continuare ad accompagnare gli studenti nel loro percorso non solo di apprendimento ma anche di crescita, lasciando spazio anche ai loro pensieri ed emozioni, mantenendo una costante e autentica attenzione al loro benessere generale.

Garantire loro la presenza di adulti che siano punti di riferimento, anche a distanza, è molto importante. Adulti, genitori ma anche insegnanti, in grado di dare il buon esempio di come, pur nella lontananza, si può far sentire presenza e cura, pur nella difficoltà della situazione scolastica, sociale, esistenziale…, si possa riuscire a “stare” e anche ad attivare risorse per fronteggiare la crisi, magari anche dandole un senso, o trasformandola in un’occasione…

Dare il buon esempio, per continuare ad educare, “Al rispetto delle regole. Alla responsabilità. Al cambiamento. Alla resilienza” (Didattica a distanza e diritti degli studenti – mini-guida per docenti, del Ministero istruzione e AGIA, 6 aprile 2020).

I DOCENTI. Sono molte settimane che viene richiesto ai docenti di ogni ordine e grado un grande impegno, quello di attivare modalità diverse dal solito per proseguire l’anno scolastico, il programma didattico, la relazione con gli studenti e le studentesse.

Ci sono docenti inseriti in realtà scolastiche che già da tempo integravano la didattica in presenza con quella a distanza, che si sono trovati più pronti a fronteggiare questo sconvolgimento della routine scolastica; il passaggio alla didattica a distanza ha richiesto comunque lo sforzo di rendere l’offerta online non più solo integrativa ma del tutto sostitutiva.

Ci sono docenti inseriti in altre realtà scolastiche che invece non avevano ancora esteso i confini della didattica all’online (per scelta oppure per limiti di varia natura), e che sono stati spiazzati dalla richiesta di usare dispositivi e piattaforme con cui non avevano dimestichezza, per esercitare il proprio ruolo e svolgere le proprie mansioni.

Tenere saldo il timone della classe che si segue, in una condizione di isolamento coatto, con strumenti, predisposizioni e competenze non sempre adeguate e in grado di agevolare il lavoro, barcamenandosi inoltre nel repentino susseguirsi di disposizioni, raccomandazioni ministeriali, ufficiali, ufficiose, formali e informali, non rende affatto facile il compito ai docenti.

L’impegno richiesto ai docenti è grande perché è grande e speciale il loro mandato: non perdere di vista e continuare a garantire il diritto all’educazione, allo studio, dei bambini e delle bambine, fondamentale per la loro crescita sana, per il loro benessere, tanto quanto il diritto alla salute, così centrale in questo momento.

Dobbiamo considerare poi anche gli altri ruoli che gli insegnanti rivestono: sono nonni, padri, madri, coniugi, fratelli, amici, parenti, ognuno accompagnato da altalene emotive, da plurime responsabilità.

In queste circostanze così uniche, emergenziali, non può che risultare amplificato il rischio di stress, stress lavoro-correlato, stress da DAD, stress da Covid-19.

Solitudine nell’isolamento, frustrazione, destabilizzazione, confusione, disinvestimento emotivo e operativo dal proprio mandato, ansia prestazionale…

Quale grande sfida per i docenti!

Reggere il timone, senza tuttavia perdere di vista se stessi, monitorando i propri segnali di stanchezza, di difficoltà, e prendersene cura, per non compromettere il proprio benessere e quello degli studenti che accompagnano.

Non c’è soluzione magica che annulli il rischio, ma possiamo raccogliere alcuni spunti utili per affrontarlo:

  • la consapevolezza che anche in questo periodo il docente è esposto allo stress legato al suo lavoro, è un importante passo: riconoscere il rischio è una prima misura preventiva, perché farlo emergere lo definisce e lo rende affrontabile.
  • ricercare la condivisione, ad esempio con i colleghi, è considerata una preziosa strategia adattiva allo stress lavoro-correlato
  • non si possono rigenerare risorse quando sono esaurite per cui, quando l’ansia cresce è il momento di fare una sosta e provare una redistribuzione delle forze.

In ultimo è possibile contrastare frustrazione e insoddisfazione scovando tutti gli aspetti positivi che questa situazione ha generato, come la possibilità di rileggere la relazione con gli studenti, di rivedere il significato di apprendere e insegnare e magari di avere nuove prospettive di alleanza tra la scuola e la famiglia, da portare nel futuro.

Articolo a cura di Pamela Scarozza, psicologa psicoterapeuta, Esperta di Child Safeguarding, Cooperativa sociale E.D.I. Onlus

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