Nei territori, generando “spazi comuni” e cogliendo l’ottimo

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Prima una scarpa, poi l’altra, i piedi sono pronti a partire. Un passo alla volta le ginocchia si alzano e si abbassano, in uno di quei movimenti che ripetiamo senza il bisogno di ricordare: siamo esseri umani perché camminiamo, siamo donne e uomini perché abbiamo camminato. E nelle vite colme d’inciampi di tante ragazze e ragazzi, riprendere il passo diventa oggi una sfida educativa irrinunciabile. Non ci sono più attimi fuggenti da cogliere, ma la scoperta del proprio tempo e del proprio spazio dentro una comunità per poterne piuttosto “cogliere l’ottimo”.

 

A partire dall’esperienza del gruppo “Infanzia Adolescenza e Famiglie” del CNCA Veneto (Coordinamento Nazionale delle Comunità d’Accoglienza), “S-carpe Diem” propone un innovativo modello di intervento a livello regionale per il contrasto alla povertà educativa nella fascia d’età dagli 11 ai 17 anni, attraverso la creazione di presidi ad alta densità educativa, valorizzando contaminazione reciproca tra soggetti a disagio e comunità locali.

Saranno le figure chiave dell’educatore scolastico e del community maker ad abitare lo spazio tra scuola e territorio, con l’obiettivo di generare “spazi comuni”, promuovere empowerment e valorizzazione dei talenti, formare e sostenere una comunità educante fondata su capability e welfare generativo. Una comunità educante che raduna famiglia, scuola, istituzioni, società civile. È tutto quello che ruota intorno ai ragazzi, li avvolge e cresce “con” loro e non solo per loro, li pone al centro dell’interesse pubblico, li educa e si fa anche educare e cambiare da loro.

 

“S-carpe Diem” coinvolge 8 territori della regione Veneto (Bassano del Grappa, Vicenza, Altopiano di Asiago, Montebelluna, Chioggia, Porto Viro, Verona, e Alta Padovana) e una fitta rete di partner, composta di 29 scuole (tra istitutivi comprensivi e scuole secondarie di secondo grado), 26 amministrazioni comunali, 62 soggetti non profit e profit.

 

Il progetto si compone delle seguenti azioni:

  • scuola aperta: attività realizzate in spazi scolastici e nel territorio secondo lo slogan “la città a scuola, la scuola nella città”, per stimolare processi partecipativi innovativi con gli studenti, promuovere una nuova idea di spazio scolastico, attivare connessioni intergenerazionali tra studenti, docenti, dirigenti, genitori, aprire la scuola in tempi extra-scolastici, con un’attenzione particolare a chi la vive con difficoltà più o meno conclamate durante le ore di lezione;
  • esperienze di cittadinanza: per pre-adolescenti e adolescenti in particolari condizioni di svantaggio, la possibilità di sperimentare – individualmente o in gruppo – contesti generativi nel territorio (anche ma non solo a seguito di provvedimenti disciplinari) in collaborazione con il terzo settore locale;
  • educ_azione nomade: la metodologia dell’educativa di strada (di cui i gruppi del CNCA Veneto hanno esperienza ventennale) per individuare quei non-luoghi vissuti dagli studenti (stazione, centri commerciali, bar, parchi, luoghi dove si va a marinare la scuola) e farne spazi di ascolto, confronto e partecipazione;
  • bellezza e cittadinanza: “creare bellezza” come azione educativa, concreta e condivisa con la quale studenti, famiglie e comunità locali si prendono cura, progettano e riqualificano “spazi comuni” (es. parchi, giardini scolastici, aree urbane, biblioteche…) a rischio degrado;
  • formazione: percorsi formativi rivolti a studenti, docenti, famiglie e cittadinanza, sui temi di progetto (integrazione, inclusione, lotta alla povertà educativa minorile e alla dispersione scolastica);
  • bussole: laboratori e percorsi educativi finalizzati ad accompagnare i ragazzi/e e i loro nuclei familiari (in particolare quelli/e in condizioni di svantaggio) nella fase di orientamento alle scuole superiori (dai 13 ai 15 anni), attraverso il riconoscimento e il potenziamento delle life skills;
  • la mia scuola: percorsi educativi individualizzati rivolti, nei contesti locali, alle situazioni particolarmente difficili e problematiche, condividendo con la scuola percorsi “particolari” che possono prevedere orario scolastico ridotto, attività didattiche differenziate, esperienze extra didattiche in soggetti locali, tutoraggi pomeridiani, percorsi formativi specifici;
  • ponti: contaminazione tra gruppi giovanili (ma anche gruppi di famiglie) “monadi”; animazione di eventi, mediante lo sviluppo di comunità, finalizzati ad includere e coinvolgere i minorenni destinatari del progetto e le loro famiglie; promozione dell’accesso ad occasioni culturali, sportive, ricreative, aggregative per i destinatari del progetto;
  • collettiva_mente: gruppi di confronto ed empowerment per i ragazzi destinatari e per le loro famiglie, pensati e gestiti da un’equipe multidisciplinare comprendente i diversi attori del processo educativo (educatori, docenti, referenti ente pubblico e comunità locale).

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