Costruendo Hub Rurali Educativi nella fascia trasformata del territorio ragusano

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Siamo stati ad Acate, epicentro del terremoto che ieri notte ha scosso la serenità della popolazione destando infiniti minuti di paura. Da qui abbiamo raggiunto le famiglie che vivono nella fascia trasformata delle campagne del ragusano, ovvero

lungo quei 30 km di coltivazioni in serra che vedono al lavoro, per un monte ore esagerato, i braccianti agricoli che qui non conoscono la sosta del lockdown. Scendere in campo per i loro diritti passa anche dal prodigarsi a sostegno dei loro figli e delle loro figlie. Con il responsabile del Coordinamento Lavoratori Agricoli USB Ragusa abbiamo  portato un dono ai piccoli abitanti delle serre.  Al km 7 abbiamo incontrato

gli sguardi di chi affronta una vita dura ed in questi mesi invernali lotta contro il freddo in abitazioni fatiscenti. Sotto le stelle di Macconi, anche i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze del Progetto Presidio sono tornati a casa con in mano un dono dopo aver trascorso un pomeriggio di giochi in spiaggia con le volontarie e i volontari della Caritas di Ragusa. Il gioco è un diritto di tutte le persone di minore età. Nella fascia trasformata del ragusano questo diritto va difeso ogni giorno.

Costruiamo in rete, passo dopo passo, Hub Rurali Educativi per potenziare le capacità della comunità educante di far fronte alle sfide locali e globali che il contesto offre e che vede i bambini ed adolescenti privati, non soltanto della possibilità di apprendere, di sviluppare le proprie competenze e coltivare i propri talenti, ma anche di avere garantiti i diritti fondamentali.

Nello specifico il progetto Rural Hub promuove l’inclusione socio-educativa dei minori che vivono nella fascia trasformata in una condizione di svantaggio socio-economico sperimentando strumenti innovativi in una rete di presidi polivalenti e multi-funzione. Le azioni progettuali si propongono di sostenere i bambini e gli adolescenti in diversi aspetti e luoghi della quotidianità costruendo una rete di hub educativi con nodi nelle scuole, in spazi comunali riqualificati e nelle aree rurali dove risiedono i minori migranti maggiormente a rischio di esclusione.

La metodologia di auto-costruzione ludica e la sperimentazione di percorsi artistico-creativi che stimolano la partecipazione attiva dei minori, permetteranno loro di percepire gli spazi come propri, sviluppando capacità cognitive, intellettive ed emotive in un ambiente protetto. A sostegno delle azioni con e per i minori, gli HUB diverranno fulcro di percorsi formativi per le/i docenti e di empowerment per le donne/madri. Uno sportello itinerante di counseling olistico rafforzerà la capacità della comunità educante di far fronte ai principali ostacoli al benessere psico-fisico del minore. Nella prospettiva di costruire un nuovo patto educativo in grado di affrontare le sfide locali ed al contempo globali che il contesto offre, un tavolo di coordinamento territoriale accrescerà la compromissione degli attori che giocano un ruolo chiave nel contrasto alla povertà educativa.

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