Roma, lavorare sulle emozioni per capire il nostro tempo
di ribes
L’attuale classe 2^D della scuola media “Paolo Stefanelli” di Roma, ha conosciuto il Progetto Ribes a Gennaio 2020 con l’attivazione di un Affiancamento Classe.
Così nel mese di Febbraio 2020 i ragazzi avevano iniziato a partecipare ad un laboratorio teatrale, purtroppo subito sospeso dopo soli 3 incontri a causa della chiusura degli Istituti scolastici per l’inaspettata pandemia da Covid-19.
Da quel momento, la Manager di prossimità del Progetto Ribes ha mantenuto un costante rapporto con i docenti di classe, con alcuni genitori dei ragazzi più fragili, e con i ragazzi stessi, che con l’interruzione della frequenza scolastica in presenza sono stati comunque affiancati con attività di sostegno didattico a distanza grazie i Tutor Ribes.
A Febbraio 2021, ad un anno dal nostro primo incontro con i ragazzi della 2D, è stato finalmente chiesto e permesso al progetto Ribes di tornare in classe: l’obiettivo è stato subito quello di provare a dare risposta alle nuove necessità dei ragazzi, che inevitabilmente con il passare del tempo sono mutate, per cui Ribes, in accordo con i docenti, ha proposto alla classe un nuovo laboratorio, un particolare percorso di Alfabetizzazione emotiva, per offrire ai ragazzi la possibilità di ascoltarsi, capirsi e gestirsi nelle diverse situazioni della vita, soprattutto in un tempo incerto come quello che stiamo vivendo.
«È opinione comune che “stare bene” significhi la maggiore presenza di sensazioni ed emozioni positive a discapito di quelle negative – spiega il Dott. Lorenzo Paniccia, curatore del laboratorio – ma se ci impegniamo ad arrivare ad un livello più profondo capiamo che la realtà è più complessa ed è a quel punto che l’unione di queste due semplici parole assume un altro significato. “Stare bene” significa comprendere le emozioni, piacevoli o spiacevoli, che si stanno vivendo, accettarle e gestire in maniera adeguata e funzionale le azioni ed i pensieri che da esse scaturiscono. Il senso di questa esperienza laboratoriale è proprio questo: potenziare un dialogo interno efficace e favorirne uno simile con i coetanei attraverso lo sviluppo di un registro emotivo importante – continua Paniccia – Il compito dei ragazzi è quello di prepararsi ad intraprendere la propria vita, un compito grande, al contempo meraviglioso e spaventoso. Il nostro compito, invece, è quello di sostenerli in questo slancio con attenzione, delicatezza ed empatia. Dovrebbe essere sempre questo il punto di partenza di ogni intervento, di ogni discorso e di ogni progetto che includa i ragazzi – conclude – sia che ci si trovi tra le mura di casa o dentro un’aula, in un campetto da calcio o in una scuola di danza. Loro devono essere sempre il nostro punto di partenza e non noi il loro».
Una riflessione sul percorso fino ad ora svolto, è stata rilasciata dalla Prof.ssa Paola Rizzuto, Coordinatrice di classe, sempre presente e disponibile durante l’attività laboratoriale con i ragazzi:
– “Innanzi tutto, l’emozione. Soltanto dopo la comprensione!” (P. Gauguin)
“Ma non capisci?!”, quante volte lo avremo detto ai nostri figli, quante volte ai nostri alunni. In famiglia insegniamo la “buona educazione”, a scuola aggiungiamo le conoscenze.
Obiettivo: rendere pronti i nostri ragazzi a entrare nel mondo degli adulti, a scegliere una strada per quando saranno grandi.
Ma si è “grandi” senza la conoscenza di sé? La capacità di leggere e gestire le emozioni proprie e quelle altrui? Gli strumenti per affrontare i problemi e gli stress quotidiani?
Nei curricola scolastici l’educazione socio-emotiva non ha ancora una parte integrante, ma l’importanza e la necessità della competenza emotiva comincia a essere sempre più sentita tra noi docenti.
Il Progetto in corso nella classe in cui insegno sta rivelando una straordinaria ricchezza di vissuti, di emozioni e di empatia. Dare finalmente voce alle emozioni, imparare a “leggerle” e gestirle è la regina delle discipline, quella per cui vale davvero la pena investire energie a scuola e in famiglia, specialmente in una fase storica così particolare come quella che stiamo vivendo. –
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