VikiLab, nuovi linguaggi come opportunità educative

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Il progetto RIBES, nei mesi scorsi, si è fatto promotore di un interessantissimo corso di formazione il cui fine è stato incentivare l’utilizzo della tecnologia come mezzo per materializzare la creatività e l’immaginazione dei bambini per sviluppare in loro senso critico.

VIKILAB, questo il nome del corso nato da un format di Panta Rei Sardegna; la conduzione è stata affidata a Santiago Garrido Rua, regista argentino esperto di linguaggio audiovisivo e ha coinvolto una decina di operatori provenienti dalle nove regioni italiane, partner del progetto,  in lezioni a distanza cercando di far fronte all’esigenza di continuare a lavorare ed essere propositivi anche in un momento di difficoltà come quello che si sta vivendo.

Le prime lezioni sono state dedicate alla conoscenza del linguaggio audiovisivo partendo dall’invenzione della fotografia e dalla nascita del cinema per arrivare ai giorni nostri, alla realtà virtuale e aumentata.  Durante il corso i partecipanti hanno avuto l’opportunità di condividere la visione di scene tratte da pellicole cinematografiche che hanno segnato la storia del cinema (i fratelli Lumiere, George Melies, Edwin S. Porter e Buster Keaton). Partendo da lì si è potuto comprendere come, attraverso  una serie di segni, pratiche e codici, sia possibile arrivar e a costruire, in collaborazione con i bambini, una sceneggiatura cinematografica che potrebbe essere utilizzata, successivamente,  per girare un cortometraggio.

Gli incontri successivi sono stati dei veri e propri laboratori attivi in cui i partecipanti, seppur lavorando a distanza, hanno potuto confrontarsi, incontrandosi in gruppi ristretti, in stanze virtuali,  e sperimentando in prima persona la creazione di storie o l’uso di “app” innovative e di sicuro impatto fra i bambini e gli adolescenti. Fra giochi sperimentati, può essere ricordato lo Story Cubes: ogni partecipante ha dovuto costruire un proprio dado, disegnando e colorando le diverse “facce”, inserendo personaggi o oggetti caratterizzanti l’identità di ciascuno sia dal punto di vista geografico che personale. Ogni giocatore ha avuto la possibilità di lanciare il dado una sola volta e con le immagini che sono uscite è stata ideata una storia seguendo le tecniche apprese durante il corso.

Il Merge Cube che mostra un’immagine in realtà aumentata.

Molto interessante e affascinante anche il Merge Cube, un cubo olografico autocostruito che, attraverso un’app specifica, permette di visualizzare immagini in realtà aumentata.

E’ stata un’esperienza davvero molto istruttiva e divertente che ha permesso a tutti i partecipanti di conoscersi meglio, ma anche di sperimentarsi in prima persona diventando, a loro volta, protagonisti di giochi e dinamiche  che saranno chiamati ad usare con gruppi di bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado che aderiranno alla prossima annualità del progetto RIBES.

 

EDIT: 15/12/2020 – ore 12:40

 

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