Si parte: tecnologie immersive per i bimbi e formazione per gli insegnanti

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Nonostante il blocco forzato alle attività causato dalla diffusione della pandemia, i partner di Ri-connettersi hanno proceduto in questi mesi alla programmazione e allo sviluppo del progetto. Un progetto che, grazie al coinvolgimento di più attori su più livelli, mira a sviluppare nuove metodologie per l’individuazione dell’insorgenza dei Disturbi dello Spettro Autistico (DSA) attraverso il coinvolgimento delle istituzioni educati\ve e della comunità educante. Ma punta anche ad ampliare, attraverso nuovi strumenti e attività, il repertorio di competenze socio-emotive dei bambini con DSA per agevolarne l’inclusione sociale in contesti sempre più ampi e in coerenza con i bisogni reali dei bimbi e delle loro famiglie. E il supporto ai bambini con ADS diventa ancor più importante nella situazione pandemica, in cui le interazioni hanno subito in maniera importante l’impatto delle limitazioni della socialità e delle restrizioni.

Flavia Marino, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e ricercatrice presso l’IRIB-CNR di Messina, partner che sviluppa programmi di ricerca-azione nel campo del Disturbo dello Spettro Autistico, ci spiega che le azioni di questa fase hanno principalmente riguardato l’organizzazione e lo sviluppo della parte tecnologica.

Si è lavorato per la costruzione di veri e propri scenari che andranno ad animare la sala immersiva del Parco Horcynus Orca a di Capo Peloro, avendo come target specifico proprio i bimbi con Dsa.

La sala immersiva del Parco è un impianto di proiezione interattivo e multicanale che innerva un ambiente interamente ricoperto di videoproiezioni.

Con gli scenari specifici studiati dall’IRIB-CNR di Messina, i bimbi potranno interagire simulando esperienze sociali finalizzate a offrire un supporto educativo e terapeutico studiato appositamente per loro. Toccate dai bambini, le pareti della sala, fortemente interattive, attiveranno eventi video e sonori pensati ad hoc e faciliteranno il loro scambio con gli altri e con l’ambiente. Le loro diverse reazioni agli input permetteranno inoltre di modificare lo scenario immersivo stesso che cambierà in relazione alle loro risposte. Alla luce delle recenti scoperte scientifiche, infatti, l’entrare in contato attivo con tecnologie interattive consente un rafforzamento nell’interpretazione del mondo fisico relativo agli oggetti e al mondo sociale; stimola la capacità di “rispondere” e di ottenere feedback, anche di tipo sociale; migliora l’interesse al trattamento e incide positivamente sulle motivazioni del bambino, sviluppando competenze e interazioni.

I bambini che prenderanno parte al progetto hanno una profilazione precisa: un’età compresa tra gli 8 e i 12 anni, un disturbo dello spettro autistico già diagnosticato e un quoziente di intelligenza superiore a 75. Ai fini della validazione del metodo, la profilazione, spiega Marino, “ci da la possibilità di lavorare con una certa efficacia”.

Le attività inizieranno a settembre e ogni singola esperienza coinvolgerà, almeno in un primo momento, non più di due bambini contemporaneamente, proprio per evitare che possano essere distratti gli uni dagli altri. Ancora, per specifici scopi di ricerca, i bimbi si divideranno in due gruppi: chi ha già familiarità con questo tipo di esperienze anche se attraverso uno strumento molto diverso, il tablet, e chi invece lo affronterà per la prima volta all’interno della sala immersiva. E’ una precisa scelta volta a non inquinare i risultati della sperimentazione che potrebbero essere falsati dall’avere una familiarità con lo strumento. Sarà dunque molto utile mettere a confronto entrambe le risposte”, sottolinea Marino.

E in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, partiranno anche le attività di formazione promosse dall’associazione di familiari La Linea Curva Onlus, che supporta le attività di ricerca-azione dell’IRIB-CNR.

Si partirà con le attività di formazione rivolte ai docenti degli istituti comprensivi “San Francesco di Paola” e “La Pira Gentiluomo”, partner di progetto, in modalità e-learning attraverso una piattaforma appositamente sviluppata dal CNR. Il numero delle scuole è destinato ad ampliarsi: l’obiettivo è arrivare a coinvolgerne altre dieci aumentando significativamente i beneficiari del progetto.

“La formazione si articolerà su tre diversi livelli – spiega Luca Donato, presidente della Linea Curva – Il primo, generale, punta a coinvolgere il maggior numero di insegnanti, il secondo è rivolto ai docenti che hanno nelle loro classi bambini con disturbi dello spettro austico e integrerà le loro necessità anche lavorando a livello del consiglio di classe.  Il terzo, infine, prevede un lavoro individualizzato strutturato sulle esigenze del singolo bambino”.

I contenuti delle lezioni saranno declinati a seconda degli istituti: nella scuola primaria particolare attenzione sarà rivolta al tema della diagnosi precoce, in quella secondaria a quello riguardante la gestione delle emozioni.

Infine, non solo il coinvolgimento della comunità educante ma anche di genitori e compagni di classe: le attività di parent coaching e peer tutoring partiranno entro la fine del 2021 e in presenza, in modo da massimizzarne benefici, efficacia e utilità.

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