Primo meeting di progetto con la testimonianza di due nonni degli orfani speciali
di ProgettoRespiro
Si è svolta a Napoli, nella sede della cooperativa sociale Irene ’95, la prima giornata di lavori in presenza che ha dato il via alla fase operativa del progetto RE.S.P.I.R.O. in sostegno degli orfani di vittime di femminicidio, progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Dopo settimane di incontri e riunioni online, i rappresentanti dei tredici enti partner si sono riuniti a Marigliano, nel napoletano, per discutere di metodologie e tempi di intervento, per trovare soluzioni a problemi pratici e per fissare le prime scadenze relative alle azioni da svolgere.
Nel corso della giornata di lavori è emersa soprattutto la necessità di rendere maggiormente visibile il fenomeno ancora troppo sommerso dei cosiddetti “orfani speciali” e l’importanza di poter offrire un modello di intervento di presa in carico integrale dei minori, che sia in grado di tutelare, curare e accompagnare gli orfani in tutte le fasi.
Proprio per questo, ad aprire la giornata di lavori è stata la testimonianza di due nonni che ormai da 5 anni si prendono cura dei due bambini della loro figlia, Stefania Formicola, uccisa dall’ex marito il 19 ottobre del 2016 con un colpo di pistola al petto. Adriana Esposito e Luigi Formicola hanno raccontato le difficoltà, i problemi, l’enorme montagna che hanno dovuto scalare da quel giorno del 2016 per cercare di offrire il meglio ai due nipotini. “Da allora io sono diventata la loro nonna-mamma, ho stravolto la mia vita dedicandomi completamente a loro. E anche se a loro materialmente non manca niente, è chiaro che avrebbero bisogno della madre. Ma io e mio marito facciamo il possibile. Chiediamo soltanto di non essere lasciati soli”, ha raccontato Adriana Esposito, che poi insieme al marito ha anche distribuito il libro sulla storia di sua figlia “Semplicemente Stefania” che ha scritto con Adelaide Camillo ed i cui proventi vengono in parte destinati ai figli di Stefania. La loro esperienza ha dato poi il via al dibattito con la parte più specificamente operativa di organizzazione dei lavori. Il punto di partenza e di riferimento come modello da seguire sarà il progetto Giada dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, partner di RE.S.P.I.R.O., che si occupa di queste tematiche da oltre vent’anni.
Gli enti che hanno partecipato all’incontro e che faranno parte del progetto Re.S.P.I.R.O. per i prossimi 4 anni sono, oltre al capofila Irene ’95 (Campania): CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia), Save the Children, Terre des Hommes, Consorzio CO.RE. (Campania), Azienda Ospedaliera Giovanni XXIII di Bari – progetto Giada (Puglia), APS Progetto Sirio (Puglia), Centro Famiglie Catania (Sicilia), Associazione Thamaia