I bambini e il lockdown: indagine 0/6 per riprogettare i servizi educativi
di natiperleggere
Maggiore irritabilità, poca voglia di svolgere gli esercizi assegnati dalle insegnanti, piccole regressioni e apatia. Sono solo alcuni dei comportamenti individuati dai genitori osservando i propri figli chiusi in casa durante il lockdown. I dati arrivano da un’indagine proposta e elaborata dalle educatrici del tavolo 0-6 dell’Ambito Territoriale 15.
Si tratta di un questionario sottoposto in maniera anonima alle famiglie del territorio, 420, che aveva come tema la fase 2 e i nodi legati alla riapertura dei nidi e delle scuole. In 26 domande, l’indagine era volta a conoscere la conformazione delle famiglie durante il lockdown e a capire che tipo di routine e abitudine i bambini hanno vissuto.
Costruita sia con risposte multiple sia con risposte aperte, l’indagine sarà condivisa con tutti i servizi 0-6 anni dell’Ambito come strumento utile alla riprogettazione dei servizi educativi a settembre.
Emerge ad esempio che il 18% delle famiglie ha dovuto far fronte a una riorganizzazione anche lavorativa con un solo genitore al lavoro e l’altro in cassa integrazione (13%) mentre in oltre il 5% delle famiglie o i genitori erano entrambi in cassa integrazione o almeno uno dei due ha perso il lavoro.
Quasi la metà degli intervistati invece ha dichiarato di aver lavorato durante il lockdown (il 26% fuori casa) e il 21% in smart working. A prendersi cura dei bambini e delle loro esigenze sono stati per larga parte i nonni: solo il 17% degli intervistati ha richiesto il bonus baby sitter previsto dal decreto legge.
Tra le difficoltà maggiori che i genitori hanno segnalato c’è stata la necessità di gestire diversi aspetti del quotidiano in contemporanea, fra lavoro, cura dei figli e gestione della vita domestica (46%). La maggior preoccupazione è però quella legata all’emergenza sanitaria e alla paura del contagio (42%), ma a pesare è stata anche la lontananza dai propri affetti (48%).
Per quanto riguarda l’attività didattica il mezzo utilizzato dalle insegnanti ed educatrici per rimanere accanto alle famiglie e restituire almeno virtualmente un po’ della routine e delle abitudini legate alla scuola è stato il video. Il 73% delle attività suggerite è stata inviato tramite video registrati e il 48% in videochiamata.
Ma è riprogrammando il nuovo anno scolastico che i genitori hanno fornito suggerimenti e proposte rispetto alla scuola che si aspettano.
L’81% dei genitori si dice disposto ad una programmazione condivisa con le educatrici e le insegnanti, dando la disponibilità ad incontri diretti e confronti e scambi sul tema. Il nodo del contatto, soprattutto rispetto alla fascia 0-3 resta l’incognita da sciogliere in attesa delle direttive nazionali, ma la maggioranza dei genitori è d’accordo allo svolgimento di attività all’aperto. Tra le aspettative c’è della sicurezza, ma che sia legata a buon senso e a un graduale ritorno alla normalità.
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