Amato e consumato: il nostro libro di famiglia

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Libri letti e riletti all’infinito. Libri trascinati, abbracciati, leccati, morsi. Libri nascosti e ritrovati. Libri riparati e incerottati, tenuti su a scotch e colla a chili.

 

Mamma Paola e la piccola Olimpia ci raccontano il loro libro amato “Mammalingua” di Bruno Tognolini e Pia Valentinis

Ho sempre letto alla mia piccolina da quando era nella mia pancia, ogni giorno cercavo cinque o dieci minuti da dedicare alla lettura. Ora che è nata e ha quasi tre mesi questa abitudine è rimasta nostra e cerchiamo di portarla avanti ogni giorno con lo stupore della scoperta. Anche se è ancora tanto Piccolina, ci mettiamo nel lettone e leggiamo. Quando apro il libro lei sorride! Quando inizio a leggere spalanca i suoi occhi e sorride ancora di più…gorgoglia…e mi ascolta! È calamitata dalla mia voce e dalle immagini. Il nostro libro preferito, per ora, è Mamma lingua, ventuno filastrocche, di Bruno Tognolini, una per ogni lettera dell’alfabeto. Le parole del testo sono rivolte alla mamma ma i suoni sono tutti per i bambini che ne ascoltano la voce.  Raccontano dell’acqua, del latte, della bocca che succhia che bacia, della cacca, del sonno del sorriso e del pianto. Raccontano con semplicità la meraviglia del mondo.  Ci piace perché è un libro da leggere, da sfogliare, da recitare e delle volte da canticchiare o sussurrare e un’avventura ogni volta che lo leggiamo.

 

Mamma Deborah, Maria Sole e Papà Samuele ci raccontano il loro libro amato e cantato: “We’re going on a bear hunt” , noto in italiano come “A Caccia dell’orso” di Michael Rosen e Helen Oxembury

Scegliere il libro della nostra famiglia non è semplice. Diciamo che siamo pieni di libri belli e Maria Sole (3 anni), la principessa della casa, alla richiesta di indicarmi il libro preferito cambia idea ogni volta.  Se però devo scegliere il libro che più volte abbiamo letto, cantato (in italiano e in inglese), recitato, con il quale abbiamo inventato attività e che ormai sanno a memoria anche i nonni, i muri, gli alberi, il gatto e i vicini che ci vedono saltellare quando andiamo a passeggio, questo è sicuramente: “We’re going on a bear hunt” (A caccia dell’orso). Fin da quando aveva 1 anno o forse meno, gliel’ho letto e cantato. Abbiamo la versione in inglese perché avevo trovato il video dell’autore Michael Rosen che lo recitava e mi sono innamorata.  Ho conosciuto questo libro al corso pre-parto durante l’intervento di una volontaria dell’associazione “Nati per leggere”.  Quando Maria Sole ha iniziato ad essere più grandina mi sono resa conto che aveva imparato il significato delle parole inglesi e ora non c’è passeggiata all’aperto in cui non si imiti la famiglia protagonista del libro: andando ai giardinetti, andando in spiaggia o di ritorno prima di salire in auto, attraversiamo sempre un prato con l’erba frusciante, un fiume freddo e profondo, il fango melmoso e appiccicoso, una foresta grande e scura, una tormenta di neve che gira gira per poi arrivare alla caverna dove si nasconde il fatidico orso! Poi ovviamente scappiamo facendo il percorso inverso e anche se concludiamo sempre la storia dicendo “non ci andiamo più a caccia dell’orso”, alla fine non possiamo fare a meno di lui e torniamo a cercarlo!

 

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