I Quartieri Spagnoli

I Quartieri Spagnoli, o più semplicemente i Quartieri, parte storica della città di Napoli nel quartiere Montecalvario, sorgono nel XVI secolo, quando la corona spagnola “conquista” il regno napoletano (1503).

Il viceré Pedro de Toledo nel 1532 stabilisce infatti il riordino del tracciato urbano che costeggia la nuova via Toledo (a lui intitolata): l’area a est della strada, strategicamente vicina a Castel Nuovo e al Palazzo vicereale, i centri del potere politico, viene destinata agli alloggiamenti per le truppe spagnole e per le loro famiglie. Nascono così, impostati su una maglia a scacchiera con sei strade parallele a via Toledo e numerose altre piccole vie perpendicolari, i Quartieri Spagnoli, testimonianza di una vera e propria migrazione ‘proletaria’ attraverso il Mediterraneo, dalla Spagna alla capitale del viceregno meridionale, che segnerà già allora l’aspetto e il tessuto sociale prevalente del quartiere, condizionandone ogni sviluppo e ogni resistenza nobiliare al nuovo potere militare e politico.

Gli edifici originari, su un unico livello, si elevano nel corso del tempo, fino a raggiungere anche cinque piani, per far fronte alla carenza cronica di abitazioni per una popolazione in continua crescita.

Nell’ultimo scorcio dell’Ottocento, l’urgenza di individuare una nuova zona di espansione abitativa all’interno della città innesterà la mutazione radicale lungo la collina del Vomero, che coinvolgerà il versante occidentale dei Quartieri.

29.917

Oggi, il quartiere Montecalvario ha una concentrazione abitativa di 29.917 persone

una cittadina di medie dimensioni all’interno del centro storico.

19,1%

Il 19,1% degli abitanti è composto da popolazione straniera

 

16,4%

16,4%, una tra le più alte percentuali di presenza femminile della città.

 

0,6 mq per abitante

La disponibilità di verde pubblico è la più bassa (0,6 mq per abitante)

e la carenza di servizi alla persona è significativa: è accolto solo lo 0,2% delle richieste di servizi ai bambini, nonostante nel quartiere risieda il 10% dei minori napoletani. A Montecalvario è concentrato il più alto rischio di devianza in età precoce, vi si registra la più alta percentuale di evasione scolastica tra gli 8 e i 14 anni e il maggiore tasso di disoccupazione e inoccupazione a Napoli.

Sacrificati all’edilizia gli ultimi spazi verdi verso la collina di San Martino, i Quartieri Spagnoli si configurano da allora e ancor di più come una delle aree più disagiate e intensamente popolate della città: una maglia viaria ortogonale, fitta e ad altissima densità umana, che nasconde spiazzi e larghi inaspettati, tra palazzi storici e chiese barocche, alternati ai “bassi”, angusti come vuole la leggenda, ma non di rado curati e nitidi come non sarà mai l’edilizia ‘popolare’ di serie. Un’area socialmente problematica, caratterizzata da precarietà e degrado, poco integrata nel tessuto urbano di una delle grandi metropoli italiane; emblema delle contraddizioni della città contemporanea e della inadeguatezza delle usuali politiche di intervento pubblico.

Sfoglia la fotogallery

 

ph Sergio Siano per Repubblica.it

Quartieri Spagnoli, Quartiere Educante di Napoli