Pezzi di un puzzle
di isforcoop
Il progetto DECK – CAMBIO ROTTA è una delle realtà lavorative maggiormente gratificanti, nonostante tutte le sue difficoltà, per una persona che, come me, non riesce a focalizzarsi solo su un ambito di aiuto nell’intervento educativo.
Il punto di forza del progetto per me infatti, consiste proprio nel poter lavorare in modo trasversale con i ragazzi.
Ho impiegato qualche tempo per capire nel concreto quale fosse il mio ruolo all’interno di questo progetto, poi soprattutto grazie a A., ho potuto comprenderlo.
Nel percorso con lei, una delle criticità maggiori l’ho riscontrata nel far comprendere al contesto scuola la visione ampia intrinseca nel progetto e conseguentemente il mio ruolo: andare oltre all’obiettivo scolastico, importante, ma che spesso si rivela l’ultima difficoltà da colmare in ordine di importanza di intervento tra tutte quelle emerse con la conoscenza della sua storia. Avere il TEMPO per conoscere e capire sembra scontato, ma spesso questo proposito viene schiacciato tra gli obiettivi da raggiungere in tempi prestabiliti. Con A. invece ho toccato con mano quanto necessario sia capire e vivere con i tempi giusti, il contesto famigliare, amicale, aprirsi quindi al SUO mondo, senza restare chiusi nelle mura scolastiche. Diventare punto di riferimento esterno e lontano da ciò che la ragazza ha sempre vissuto, penso sia di fondamentale importanza.
Questo legame da costruire a piccoli passi e con i tempi dell’ALTRO, comporta sicuramente pro e contro. Con A. si è creato un rapporto di fiducia che si è instaurato passo passo, di sicurezza per lei, ma con, d’altro canto, una mole di emozioni da gestire che derivano dalla responsabilità affettiva ed emotiva riposta in me, non solo dalla ragazza ma talvolta anche dalla famiglia.
Credo che il progetto DECK-CAMBIO ROTTA dovrebbe lasciare proprio questo piccolo segno, seme: l’importanza di fare rete concretamente, di collaborazione e lavoro di equipe tra le varie figure coinvolte presenti (psicologa, psichiatra, assistenti sociali, famiglia, insegnanti, educatori) con obiettivo unico del benessere in senso più ampio del termine; considerando invece i vari ambiti di intervento come pezzi di un puzzle da ricomporre e incastrare nel modo corretto, ognuno a modo suo, ma con una regia comune.
Manuela Maesano, educatrice Cooperativa Sociale Gulliver
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