“La storia di Rubiconda”: le opportunità della rete – Seconda puntata
di Cooperativa Santa Chiara
Abbiamo iniziato a raccontarvi la scorsa settimana raccontarvi “La storia di Rubiconda”, un’idea creativa nata per gioco nell’ambito dei laboratori estivi del progetto PRIMAI sul territorio di Sora.
Nel periodo estivo vi proporremo una puntata a settimana di questa avventura che raccoglie spunti e idee dei bambini partecipanti al percorso.
La Storia di Rubiconda
Seconda puntata – Le opportunità della rete
Contributo a cura di Armando Caringi* – Il centro estivo PRIMAI è parte integrante del Centro Minori San Luca, un ex monastero pieno di scale che salgono e che scendono, piani mezzanini, angoli e corridoi. L’associazione ha uno specchio dorato lungo, con delle strane lingue dorate in basso.
Ed ecco che il gioco è fatto.
Il narratore, sempre io, ha radunato i bambini in uno stanzone pieno di faretti led colorati, tende variopinte e ha continuato il racconti: “Bambini vi ricordate dove eravamo rimasti?”.
Il coro è stato unanime, un esemplare unico e roboante “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”. E allora non ci resta da capire a cosa servivano gli specchi nel labirinto. Ma il caso, fortunatamente, è dalla nostra parte. Roberto ha assistito alla tradizionale cerimonia del “fawone”, un falò enorme che si accende ogni anno il 23 giugno guarda caso in mezzo al fiume proprio vicino alla leggendaria casa di Rubiconda. Questa coincidenza ha permesso a Roberto, 5 anni, che credo stia ragionando sul suo futuro da fisico, di asserire con rigorosa certezza: “Si accendeva un grande fuoco e si illuminava lo specchio di Rubiconda. Io l’ho visto ieri sera”. In meno di un minuto è partito il coro del “ pure iooo”. Barbara. 7 anni, ha aiutato con l’intuizione: “C’erano tanti specchi e la luce si rifletteva. Io l’ho visto in un film”.
E pensare che c’è chi nega il potere immenso del racconto mah! Vabbè non divaghiamo.
Insieme ai volontari del Servizio Civile e con la collaborazione del Centro Minori San Luca, abbiamo allestito il percorso. Luci colorate, tende, indizi, tracce, suoni e musiche. Ogni bambino veniva toccato su una spalla e quello era il segnale convenuto: “Si parte per il viaggio nel labirinto di Rubiconda” Ogni bambino è stato accompagnato dentro questo dedalo di scale e corridoi e alla fine in una stanza tutta illuminata di arancio ha trovato lo specchio nel quale si è potuto guardare attentamente. Ovviamente la domanda era sempre la stessa: “Ma non succede nulla?!”.
E invece no!
Ma questo lo scopriremo nella prossima puntata. Vi lascio solo anticipandovi che ognuno ha misteriosamente trovato un codice segrete personalizzato e che questo sarà fondamentale per andare avanti nelle scoperte.
A proposito: i genitori in tutto questo tempo stanno ascoltando la storia dalla bocca dei loro figli. C’è entusiasmo intorno a Rubiconda. Chi lo avrebbe detto dopo tanto secoli!
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