“Le finestre sull’anima”: la testimonianza dai laboratori PRIMAI a Sora

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Contributo di Miriana Perruzza – I laboratori del progetto P.R.I.M.A.I. regalano spazi creativi ai bambini che certamente arricchiscono le esperienze che la scuola e la famiglia costruiscono per loro durante il cammino della loro crescita.

Giocare, imparare, sperimentare, aumentare le proprie abilità, lavorare per migliorare l’autostima sono tra gli obiettivi di ogni sforzo che gli adulti fanno per i bambini, per sorreggerli, accompagnarli, per farli crescere sani e sereni.

Durante i laboratori inevitabilmente, probabilmente a causa dell’informalità e del clima giocoso, si aprono spazi più profondi che lasciano emergere, seppure nella semplificazione dovuta all’età, contenuti che noi adulti dobbiamo sempre essere pronti a raccogliere.

Eravamo in posizione per fare l’esercizio della spazialità e giocavamo con le posizioni delle mani e delle gambe accompagnandole con le smorfie della faccia.

Carla, piccolina, con i capelli ricci ricci, stranamente se ne stava in disparte, a differenza delle altre volte. Mi sono avvicinata per chiederle se non le piacesse l’esercizio e lei ha negato solo scuotendo la testa.

Ho pensato di raccogliere quella sollecitazione proponendo il gioco della lingua ma Carla non lo ha voluto fare.

Non si fanno domande dirette in questi casi, si prova a comunicare il sostegno con lo sguardo, non potendo purtroppo farlo con gli abbracci.

Dopo un po’, mentre continuavo a farle un occhietto ogni tanto, un sorriso, un gesto di rinforzo sono riuscita a fare breccia. Abbiamo iniziato a disegnare e lei, ad un certo punto, mi ha detto che era triste per la sorellina più grande.

Non ho forzato con le domande ma ho lasciato che mi affidasse, con i suoi tempi, il racconto di condivisione della sua tristezza:

Nicol stamattina mi ha detto che a scuola sono tutti bambini senza volto

Non credo sia necessario nessun commento: ho tristemente colto un’ulteriore ombra che la pandemia con le mascherine sta imponendo ai nostri bambini.

Abbiamo iniziato a lavorare sugli occhi che parlano.

*Associazione Il Faro Onlus

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