PRIMA I e gli open day nelle scuole: “A Sora un’esperienza di comunità inclusiva”

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di Valentina Montebello* – Il lavoro di rete con le scuole continua a dare i suoi frutti, sia in termini di comunità che nelle differenziazioni necessarie dei ruoli e delle funzioni, riuscendo a trovare una sintesi efficace perché i aumentino le caratteristiche includenti.

A dicembre ed a Gennaio nelle scuole coinvolte nel progetto P.R.I.M.A.I. sul territorio di Sora sono stati organizzati momenti di presentazione dell’offerta formativa e un ruolo importante, in questo contesto, lo hanno assunto le attività laboratoriali del nostro progetto.

In una delle scuole, in particolare, il confronto è stato significativo in virtù di uno scambio esperienziale avvenuto con due genitori. Durante questi mesi, infatti, il laboratorio di psicomotricità e quello di creatività digitale hanno lavorato alla sperimentazione del Viaggio dell’UPUPA. Abbiamo creato un video animato attraverso i disegni prodotti dai bambini che, prendendo spunto da un racconto scritto da uno di loro, è stato oggetto di attività di psicomotricità legate al concetto creativo del tempo e dello spazio.

Durante una delle date si sono avvicinati due genitori, incuriositi dal video e hanno cominciato uno scambio sia in termini di riflessioni contenutistiche sia relative alla parte emozionale. Hanno raccontato con commozione quanto i loro figli avevano riportato a casa e con altrettanta tensione emotiva hanno partecipato le proprie idee. Dal confronto è nato una sorta di sessione di co-progettazione delle attività in cui io ho messo la competenza tecnica, il grafico ha espresso la parte specifica, ed i genitori insieme agli insegnanti, ognuno dal proprio punto di vista, hanno strutturato ipotesi di lavoro congiunto.

Condividerlo mi sembra costruttivo perché ho colto nella dinamica vissuta, la concretizzazione del processo educativo della comunità inclusiva. Insieme, forti delle emozione della partecipazione gruppale, abbiamo pensato qualcosa di costruttivo, mettendo in campo le specificità dando vita concreta alla dialettica condivisa del confronto.

Il prossimo mese intendiamo tradurre il progetto condiviso in attività del progetto P.R.I.M.A.I., sia perché ha la valenza preziosa del processo progettuale partecipato sia perché professionalmente è stimolante lavorare nella traduzione tecnica di una mission così strutturata, ricca del contributo dei singoli portatori del bisogno.

*Operatrice psicomotricità – Associazione “Il Faro Onlus”

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