Giovannino di Luciana Mancuso – Centro Anch’Io
di preslucani
“PER INSEGNARE IL LATINO A GIOVANNINO NON BASTA CONOSCERE IL LATINO, BISOGNA SOPRATTUTTO CONOSCERE GIOVANNINO”
Questa frase del famoso filosofo Jean Jacques Rousseau risale a più di due secoli fa, ma è ancora oggi occasione di riflessione sul modello pedagogico.
In veste di responsabile dell’impresa sociale Centro Anch’io, che funge da capofila nel progetto #PRESIDI EDUCATIVI LUCANI, sento la necessità di sottolineare l’importanza della relazione insegnante – allievo nel ruolo educativo della scuola.
Crediamo, infatti, che la scuola debba essere innanzitutto relazione e ad essa è rivolta la nostra attenzione in tutte le azioni previste dal progetto.
Come ha dichiarato Alessandro D’Avenia, in una recente intervista di Roberta Scorranese per il Corriere della Sera: “La vita è fatta di relazioni e la scuola è un luogo speciale deputato ad apprendere la vita.”
In questo apprendimento siamo tutti allievi, come diceva Hemingway “siamo tutti apprendisti in un mestiere in cui non si diventa mai maestri.”
Per apprendere abbiamo necessità di relazionarci, abbiamo bisogno di far passare vita attraverso lo sguardo, l’ascolto, il riconoscimento delle nostre emozioni. Abbiamo bisogno di sentirci riconosciuti, ma ancor prima di sentirci conosciuti.
Se l’altro conosce il mio “nome”, la mia storia, quello che provo, la mia unicità, potrò smetterla di difendermi e percorrere finalmente il cammino che mi si apre.
Sarebbe bello che i nostri ragazzi un domani potessero scrivere una lettera come quella che Albert Camus indirizzò al suo maestro, alla notizia che avrebbe ricevuto il premio Nobel per la letteratura nel 1957.
“Caro maestro Germain, ho lasciato che si spegnesse un po’ il rumore che mi ha avvolto negli ultimi giorni prima di rivolgermi a Lei e parlarle con tutto il cuore. Mi è appena stato fatto un onore fin troppo grande, che non ho né ricercato né sollecitato. Ma quando ho appreso della notizia, il mio primo pensiero, dopo mia madre, è stato per Lei. Senza di Lei, senza quella mano affettuosa che Lei porse verso il ragazzino povero quale ero, senza il Suo insegnamento e il Suo esempio, niente di tutto ciò sarebbe successo. Non mi lascio impressionare oltremodo da questo tipo di onori, ma questo è per lo meno un’occasione che colgo per dirle ciò che Lei è stato, e che continua a essere per me, e per assicurarle che tutti i Suoi sforzi, il Suo lavoro e la generosità di cuore con cui l’ha svolto sono ancora vivi in uno dei Suoi piccoli scolari che, nonostante l’età, non ha mai smesso di essere il Suo allievo riconoscente. La abbraccio, con tutte le mie forze.”
Questo maestro non solo avrà insegnato il sapere tramite un libro, ma avrà sicuramente aperto il cammino tramite uno sguardo e una cura al suo piccolo Albert.
Luciana Mancuso
Responsabile dell’impresa sociale Centro Anch’io
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