Daniela, psicologa in strada a protezione dei minori vulnerabili

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Psicologa psicoterapeuta specializzata in terapia della famiglia, perito per il tribunale di Messina, collaboratrice del Centro famiglie di Catania, Daniela Astone ha un’importante esperienza professionale e umana. Dal mese di novembre scorso lavora per Terre des Hommes nel progetto Promozione Intervento Multilivello di Protezione Infanzia mettendo a disposizione le sue competenze l’Associazione Don Bosco San Matteo, in pieno quartiere Giostra, uno dei quartieri più popolari della città di Messina, ad alto tasso di criminalità e abbandono scolastico. Daniela ha sempre avuto due grandi passioni: “La psicologia, ma soprattutto il contatto umano e l’impegno sociale” come lei stessa racconta. 

E il quartiere Giostra è il posto giusto dove mettere in campo entrambe. 

La maggior parte dei ragazzi fanno parte di famiglie disgregate e ricostituite, diversi hanno uno o entrambi i genitori in carcere, molti sono cresciuti con modelli relazionali di prepotenza e prevaricazione. “In questo contesto non si può lavorare in modo tradizionale” spiega Daniela “si tratta di un ambiente in cui è molto difficile che qualcuno prenda coscienza dei propri problemi e chieda aiuto” Così si devono dimenticare le sedute di psicoterapia in studio e bisogna lavorare sul campo, mettendosi in gioco in prima persona. 

Che è proprio quello che fa la dottoressa Astone.

Due volte la settimana Daniela supporta l’équipe educativa dell’oratorio San Matteo, mettendosi a disposizione dei ragazzi e delle ragazze, passando ore con loro, giocando con loro, aiutandoli a fare i compiti e instaurando poco a poco una relazione di confidenza, e offrendo anche un supporto immediato ai ragazzi segnati dall’équipe, in contatto con i servizi specialistici del quartiere.

“La cosa più difficile è stata farsi accettare, guadagnare la fiducia dei ragazzi affinché chi ne ha bisogno possa aprirsi ed essere supportato” racconta Astone “ a volte i ragazzi hanno una visione distorta dei servizi sociali e ne hanno paura, non si può forzare mai, la cosa più importante è ascoltare e comprendere le loro necessità e i loro tempi”

E così, tra i circa cento bambini e ragazzi delle elementari, medie e superiori che frequentano l’oratorio – uno dei pochi spazi di incontro del quartiere, con campi da calcio, pallavolo, corsi di chitarra, teatro e molto altro  – diversi hanno iniziato a relazionarsi volontariamente con la dottoressa Astone, raccontando le proprie situazioni personali.  Ci sono vittime di bullismo, minori rimasti soli a seguito dell’arresto di entrambi i genitori, bambini con attacchi di panico che non vogliono più uscire di casa, o anche solo ragazzi con frequenti malesseri dell’adolescenza acuiti da un contesto non facile

“Obiettivo del progetto è intervenire su fragilità e vulnerabilità in un’ottica di prevenzione” spiega ancora Daniela “per questo a breve partiranno anche attività per le famiglie a sostegno della genitorialità, gruppi di genitori in cui ci si possa confrontare sul rapporto con i propri figli. Anche in questo caso si tratta di partire dai bisogni dei genitori, da quello di cui loro hanno bisogno di parlare.”

Quanto è importante la competenza psicologica per fare questo lavoro? Secondo Daniela “Gli strumenti psicologici veramente utili sono quelli acquisiti non solo nella formazione accademica ma anche nell’esperienza nei quartieri più difficili. E l’ascolto resta lo strumento più potente”

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