A Milano medici e infermieri studiano come riconoscere i segni del maltrattamento infantile

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“Per oltre 15 anni si è pensato che bastasse conoscere una serie precisa di segni e lesioni per poter individuare i casi di maltrattamento infantile, ma non è così. Con la nuova classificazione redatta nel 2018 tutte le certezze sono state buttate a gambe all’aria, la realtà è che anche in totale assenza di segni refertabili ci si può trovare difronte a casi di maltrattamento, anche gravi” A parlare è la dottoressa Cristina Cattaneo in apertura del corso di formazione per le professioni sanitarie “Abuso e maltrattamento sui bambini, come riconoscere e curare tenutosi a Milano l’11 e 12 novembre nel quadro del progetto Promozione Intervento Multilivello di Protezione Infanzia.

23 medici tra infermieri, pediatri, medici di famiglia, radiologi, anestesisti e medici legali  hanno seguito due giorni intensivi di lezioni e laboratori pratici presso l’Università degli Studi di Milano per acquisire conoscenze e competenze non solo nel riconoscimento dei casi di abuso e maltrattamento ma anche sulle procedure da mettere in atto una volta individuati i casi.

“All’abusante non conviene lasciare segni, o comunque tende a mascherarli il più possibile, e per questo la diagnosi da maltrattamento non è affatto facile” continua ancora la dottoressa Cattaneo, “sono necessarie indagini approfondite, vanno incrociati più dati possibile, molto importante è la datazione delle lesioni che va incrociata con con i racconti per verificarne la coerenza”   Fratture costali, ematomi sottodurali, lussazioni sono i segnali più tipici, ma spesso permettono solo di individuale una ristretta casistica.

In casi di sospetto maltrattamento nei bambini sotto i 2 anni diventa necessario effettuare il cosiddetto scheletral survey,  come sostiene il dottor Carmelo Messina, radiologo, illustrando nel dettaglio la procedura che comprende una precisa e completa sequenza di radiografie a tutte le parti del corpo dell’infante “una procedura molto impegnativa e invasiva, ma che va assolutamente fatta per evitare al bambino danni ben peggiori”. Nei lattanti è necessaria anche la tac dell’encefalo per individuare traumi non visibili in alcuna altra maniera. Un’ampia parte del percorso formativo è poi dedicato al riconoscimento degli abusi sessuali, ambito particolarmente delicato nel caso dei minori.

Ma sotto il grande cappello del termine maltrattamento sono in realtà molte e differenziate le forme di violenza e abuso che possono verificarsi; si va dal vero e proprio maltrattamento fisico, in qualche modo più facile da individuare con le analisi cliniche, alla patologia delle cure (l’incuria, la discuria ma anche l’ipercura), alla violenza psicologica, la violenza assistita, fino ad arrivare all’abuso sessuale. Non tutte lasciano segni visibili, se non nella vita dei bambini. Ecco perché è fondamentale un lavoro multidisciplinare e di team, come sostengono tutti i docenti, all’interno del quale non è da sottovalutare la relazione anche con le forze dell’ordine e gli assistenti sociali.

Il corso, organizzato da Terre des Hommes in collaborazione con l’Università di Milano, Palermo e Firenze, l’Ospedale Meyer e il centro Promise sarà ripetuto nei prossimi mesi a Firenze e Palermo “così da ampliare il raggio di azione e rafforzare l’impegno nel  rendere più capace la nostra rete sanitaria di rispondere prontamente al fenomeno del maltrattamento e della violenza sui bambini” come sostiene Federica Giannotta, responsabile del progetto Promozione Intervento Multilivello di Protezione Infanzia di Terre des Hommes.

 

 

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