Laboratori teatrali de laLut…finalmente in presenza
di consorzioarche
Si sono da poco conclusi i laboratori per la Scuola Vittorio Veneto di Poggibonsi “Laboratoriamo” a cura dell’ Associazione Culturale laLut, per le classi III B e III D nell’ambito del progetto “Per fare un albero”.
Di seguito condividiamo una riflessione di UgoGiulio Lurini che ha condotto i laboratori.
La possibilità di tornare a lavorare in presenza dopo quasi 2 anni di interruzione, ma in condizioni non del tutto normali, ha stimolato la mia fantasia alla ricerca di varianti che consentissero uno svolgimento quanto possibile pieno, attivo e interattivo del laboratorio teatrale.
Si è così lavorato molto sulla relazione tra i bambini e lo spazio (incluse le necessità di distanziamento, trasformate in giochi di attenzione) e fra di loro nello spazio (fra l’altro, con la III B, su proposta delle insegnanti, finché la stagione lo ha consentito si è lavorato nello spazio ampio, anche se un po’ dispersivo, del giardino e del campo da pallacanestro).
Molta attenzione è stata data alla consapevolezza dell’azione fisica, con giochi ed esercizi che stimolavano nei bambini la propriocezione, anche attraverso l’osservazione dell’altro.
Quanto alla parte più prettamente recitativa, si è fatto un percorso incentrato sulla narrazione di gruppo, che è sfociato nelle 3 ore dell’ultima mattina nell’ascolto di una fiaba (Barbablù di Charles Perrault), nella sua ricomposizione narrativa e infine in un’ipotesi di messa in scena collettiva all’impronta.
Ovviamente, nonostante il programma di partenza fosse lo stesso per le due classi, ci sono state non poche differenze di attuazione a seconda degli stimoli o delle difficoltà che emergevano nelle diverse classi.
Entrambe le classi si sono mostrate molto partecipi, nonostante la lunghezza dell’orario per dei bambini di 7 anni, e hanno risposto in maniera molto propositiva.
Durante i 5 giorni sono emerse diverse interessanti dinamiche interne ai gruppi, in base alle quali, grazie anche alla collaborazione delle insegnanti che seguivano attentamente il lavoro, ho potuto calibrare la mia azione.
La dimensione del laboratorio intensivo è molto interessante per la concentrazione di energie e idee che produce immediatamente, ma abbisognerebbe poi di una successiva fase di lavoro più “distesa” in cui sedimentare gli apprendimenti e lavorare in vista di una conclusione in termini di incontro finale col pubblico.
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