IL GIOCO SERIO DELLA FORMAZIONE: IN CAMPANIA CON “PANTHAKÙ. EDUCARE DAPPERTUTTO” I DOCENTI IN PRIMA LINEA
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
In Campania soffia una bella brezza di cambiamento. E’ immediato il richiamo a quel vento dell’Est che fa atterrare nel viale dei Ciliegi di Londra Mary Poppins, la supertata “praticamente perfetta sotto ogni aspetto”. Un’immagine da favola che continua a far sognare, grandi e piccini. In fondo, il progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, che è pensato per i ragazzi, della narrazione disneyana riprende molte cose: dall’approccio nuovo al mondo della formazione con i docenti alla volontà di guidare gli studenti delle scuole coinvolte in un processo di conoscenza del sé attraverso le arti. Tutto ha avuto inizio con la presentazione delle attività. “Panthakù” è entrato nelle scuole, ha trasformato le aule in poliedrici laboratori ed ha parlato direttamente a docenti e genitori. Un continuo scambio d’idee. Un continuo incrociare sguardi d’intesa per condividere un progetto non semplice, non scontato e forse proprio per questo entusiasmante. Sono stati i docenti a sperimentare in prima persona questo percorso che punta a mettere un freno alla dispersione scolastica e ad arginare la povertà educativa dei ragazzi. Per farlo hanno dovuto lasciare le cattedre e tornare tra i banchi. Rimettersi in discussione.
E’ stata questa la parola d’ordine. Guidati da un team di esperti hanno ripreso le redini del loro essere educatori oltre che formatori. Con l’Associazione Vela hanno appreso la tecnica del “Lego Serious Play”, un metodo pensato per facilitare processi di comunicazione, generazione di pensiero creativo e strategia. L’obiettivo della metodologia è quello di favorire il pensiero creativo attraverso attività di team building basate sull’utilizzo di mattoncini “Lego” e finalizzate a creare metafore della propria identità organizzativa e delle proprie esperienze.
![](https://percorsiconibambini.it/panthaku/wp-content/uploads/sites/70/2019/01/IMG_20181122_154025-800x383.jpg)
Tante sono state le aspettative emerse dalle attività esperienziali a loro proposte: apprendere nuove metodologie, riuscire a far emergere i talenti nascosti, comunicare meglio con i propri allievi, comprendere le dinamiche più nascoste, giusto per citare le più significative. Dagli incontri è risultato anche che c’è ancora tanto da fare. I docenti hanno lanciato un appello corale e sentito: “la famiglia deve tornare ad essere il centro di tutto”.
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