Imparare, con Panthakù, la consapevolezza di se stessi per crescere meglio e vivere bene

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Il report dello sportello psicologico di Ai.Bi. nelle scuole Calcedonia e Montalcini di Salerno

 

Diceva Senofonte che gli Dei non hanno reso lecito per un uomo di avere prosperità se non sa quello che vuole e non si sforza di compierlo. Detta così sembra facile. Ma alle volte, in determinati periodi della vita e, in particolare in certe fasce di età, risulta difficile comprendere i propri bisogni e raggiungere quella consapevolezza di se stessi indispensabile per poter affrontare il percorso di vita. Per farlo, è necessario rivolgersi a un esperto e non aver timore di mettersi a nudo e chiedere a chi ne sa di più una mano per mettere in atto quel pacchetto di strategie che possono contribuire al raggiungimento più rapido degli obiettivi.

Di qui nasce l’idea dello sportello psicologico a scuola di “Panthakù. Educare dappertutto”, il progetto con capofila Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, selezionato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Una delle esperte, che presta il proprio servizio nell’ascolto delle esigenze di studenti, genitori, prof e personale scolastico, è Giovanna Buonocore, psicologa di Ai.Bi., che si occupa delle scuole salernitane Calcedonia e Montalcini.

“Ad usufruirne sono principalmente i ragazzi e le loro famiglie – racconta – Tra le principali difficoltà che mi sono state finora segnalate, ci sono quelle relative alla metodologia scolastica. Il che è comprensibile, perché si tratta nella maggior parte dei casi di pre adolescenti che si sono lasciati alle spalle le scuole elementari e si ritrovano in un universo nuovo che è quello delle scuole medie. La prima cosa che devono imparare ad acquisire è la gestione del tempo: c’è chi ha pomeriggi densi perché segue diverse attività e deve dunque ritagliarsi gli spazi giusti per lo studio delle materie scolastiche e chi, invece, avendo il problema opposto di un pomeriggio-sera praticamente vuoto, tende a procrastinare il momento dei compiti, ritrovandosi poi a litigare con i fratelli e le sorelle che invece hanno terminato il loro lavoro e si concedono il relax. Chi ne fa le spese? – continua la psicologa – Principalmente la madre, che è la figura di riferimento”.

Raramente sono state segnalate difficoltà con gli insegnanti, mentre, complice anche la pandemia e il corredo di restrizioni che si è portata dietro, “si verifica una mancata armonia nel potenziare le proprie abilità. Per esempio, spesso mi dicono: vorrei dire a quella ragazza che mi piace ma non so come fare, oppure vorrei far capire al mio compagno che non deve essere aggressivo. Sono passaggi lineari che rappresentano la conquista di step successivi ma alle volte non sono così scontati”.

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