Il ricordo di un’alunna, in attesa del ritorno sul palco di Panthakù
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
Giulia Tanzi dell’IC Principe di Piemonte di S.Maria Capua Vetere è stata tra le allieve del laboratorio di Casa Babylon e racconta la sua esperienza
Giulia Tanzi, alunna quest’anno della terza D dell’istituto comprensivo Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere, per due anni è stata tra le protagoniste del laboratorio teatrale curato da Nicolantonio Napoli dell’Associazione Casa Babylon, nell’ambito del progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
“Mi sono trovata benissimo, sono tutti veramente molto simpatici – spiega – Ero più contenta quando seguivamo le lezioni in classe, ma poi per colpa del Coronavirus siamo stati costretti a sospendere tutto e a spostare le attività sulle piattaforme digitali. Ma è andata bene lo stesso. Nonostante qualche problema di connessione, l’importante è non aver perso il nostro allenamento”. I ragazzi, durante l’attività nel pieno del lockdown, si sono concentrati su un lavoro molto particolare, Martin Senzasperanza, professione spaventapasseri, “che fa lo scemo per non andare in guerra – dice Giulia – perché la guerra è orribile e questo è il messaggio che abbiamo voluto diffondere”.
Lo spettacolo tratto dal testo di Francesco Silvestri, ha consentito ai giovanissimi di parlare della guerra, della sua gravità e delle sue tragedie attraverso un linguaggio favolistico, leggero, veloce, godibile e accattivante. Il primo obiettivo è stato far lavorare/giocare gli studenti su un argomento così impegnativo in modo divertente e allegro, a cominciare dall’uso di un modo di comunicare semplice e immediato, utilizzando tecniche di affabulazione e drammatizzazione che aiutano la socialità e lo sviluppo del senso critico e morale.
“Dovevamo fare uno spettacolo vero – continua Giulia – salire sul palco, truccarci, esibirci di fronte al pubblico. Purtroppo non è stato possibile, ma non ci siamo persi d’animo. Quindi ognuno di noi ha recitato la sua parte in video e poi abbiamo realizzato il montaggio del nostro progetto. Sperando di poterlo rifare “live” quando l’emergenza sanitaria sarà solo un brutto ricordo”.
La quarantena durante il lockdown le è pesata solo a metà: “Mi piace stare a casa e il tempo, tra lezioni, videochiamate e corsi, è passato abbastanza velocemente. Il teatro mi ha fatto compagnia e mi ha spinto a chiedermi se magari possa avere del talento in questo campo. Magari, sarebbe bellissimo”.
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