Rileggere Oscar Wilde con i Lego? Si può, grazie agli insegnamenti di Panthakù
di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini
La Prof. Maria Rosa Ranchino dell’IC Principe di Piemonte porta in classe l’esperienza con l’Associazione Vela, partner del progetto di Ai.Bi.
Insegnare a decodificare una fiaba con i mattoncini Lego non solo si può. Ma è anche divertente e costruttivo.
Lo sa bene la docente Maria Rosa Ranchino dell’istituto comprensivo Principe di Piemonte di Santa Maria Capua Vetere, partner del progetto “Panthakù. Educare dappertutto” selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Anche perché la prima ad entusiasmarsi è stata proprio lei, protagonista di una lezione che ha lasciato il segno.
“Ho una prima che è molto eterogenea – racconta – e ci sono molti ragazzi che non ricevono sufficienti stimoli extrascolastici, per questo ho deciso di provare ad applicare la metodologia che ho appreso grazie all’associazione Vela, nell’ambito del progetto “Panthakù. Educare dappertutto”, in una lezione pratica”.
E così è stato. La prof è entrata in classe, ha disposto i banchi a cerchio. Poi ha invitato i ragazzi a dividere in sequenza una rielaborazione de Il gigante egoista di Oscar Wilde, dedicato all’importante tema dell’apertura verso l’altro. Ognuno ha letto un pezzo della storia e l’ha raffigurata con delle illustrazioni.
Finché, a sorpresa, Maria Rosa Ranchino non ha tirato fuori i Lego, tra lo stupore generale, invitando i suoi alunni a creare dei lavori che fossero ispirati a quella tematica.
“I ragazzi erano meravigliati e felicissimi. Per la prima volta hanno dimostrato grande concentrazione. Nessuno mi ha chiesto neppure di andare in bagno. Erano molto presi e divertiti e all’uscita hanno raccontato alle loro mamme che era stata una lezione molto bella. Forse qualche genitore più superficiale può pensare che si tratti solo di un gioco, invece è una metodologia particolarmente interessante perché ti consente di spezzare la routine del quotidiano e di avvicinare i più giovani a determinati argomenti in maniera leggera. Inoltre ti mette nella condizione di tirar fuori da ognuno di loro le emozioni che tendono a restare nascoste”.
L’esperienza è stata talmente un successo, che la docente ha intenzione di ripeterla, applicando la metodologia Lego anche all’insegnamento del mito e dei Promessi Sposi.
“Vorrei provare pure con la grammatica, oltre che con l’antologia – sottolinea – sperimenteremo ancora, anche perché è un modello di lezione che piace molto ai nostri alunni”.
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