Sport, bullismo e ansia di fallimento: il campione del mondo Valentino Gallo a confronto con gli alunni dell’IC Calcedonia

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La Rari Nantes Nuoto Salerno porta un campione del mondo nel progetto “Panthaku’.com” di Ai.Bi.

 

“Ogni fallimento è semplicemente un’opportunità per ricominciare in modo più intelligente”. Lo diceva Henry Ford ed è da tempo che si discute, anche all’interno della comunità educante, della necessità di preparare al fallimento i più giovani affinché non siano impreparati rispetto alle cadute che la vita riserva, che non ne siano terrorizzati, ma che anzi capiscano che da una frattura può emergere una rinascita e che ogni occasione è preziosa per confrontarsi con se stessi e con gli altri, rielaborando le proprie dinamiche.

Se il concetto è più o meno metabolizzato nella popolazione adulta, è nella fascia giovanile che l’idea del fallimento e ciò che ne consegue, crea ancora preoccupazioni e alle volte sgomento. E’ quanto emerso in occasione del confronto tra gli studenti dell’istituto comprensivo Calcedonia e alcuni professionisti della Rari Nantes Nuoto Salerno, tra i quali il campione mondiale di pallanuoto Valentino Gallo. Originario di Siracusa, dopo un percorso di formazione a Napoli, da circa due anni è a Salerno in seno alla Rari Nantes Nuoto Salerno, partner del progetto “Panthaku’.com”, il progetto con capofila Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, selezionato da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

“Il confronto con gli studenti è stato molto emozionante – racconta il campione – Sono rimasto particolarmente sorpreso dalle domande che mi hanno posto. Inizialmente, per rompere il ghiaccio, ho chiesto io a loro quale fosse il loro rapporto con lo sport, quali discipline praticassero e quali fossero i loro interessi. Poi si sono aperti e mi hanno chiesto tantissime cose. Tra quelle che mi hanno maggiormente colpito, il fatto se io avessi mai avuto paura di fallire o di deludere i miei genitori e i miei amici in seguito a una performance poco riuscita. L’ansia di sbagliare è sicuramente uno dei temi che è emerso durante questo faccia a faccia. Ho spiegato loro che l’errore è insito nell’essere umano e anche nella pratica sportiva, ma che non bisogna esserne spaventati, perché è proprio sbagliando che si acquisiscono nuovi strumenti e che si mette alla prova la propria capacità di migliorarsi e di fare passi in avanti”.

Del resto, il valore dello sport, quello che travalica i confini dell’agonismo o dell’allenamento inteso in senso classico, è proprio la capacità di fare gruppo e di lavorare in squadra. “Ho detto ai ragazzi che una classe scolastica è come una squadra sportiva. Se si è disposti ad ascoltare le esigenze dell’altro, ad accoglierne le paure e a risolvere insieme i problemi, allora si conseguiranno sicuramente dei grandi risultati perché la coesione è un principio fondamentale”.

Il tema del bullismo non è stato affrontato in modo diretto, “ma attraverso il racconto di tante esperienze di vita, personali e non, ho fatto capire loro che non bisogna avere paura della diversità, ma è necessario imparare a considerarla una ricchezza, un valore aggiunto, perché le persone intorno a noi hanno sempre qualcosa da comunicarci e da dare alla nostra personalità”.

Numerose poi le domande sulla carriera professionale di Valentino: “Mi hanno chiesto se quando avevo la loro età ero già consapevole di poter diventare un campione. Ma campioni si diventa, perché oltre alla passione e alla consapevolezza è necessaria la determinazione”.

 

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