Palline fluttuanti, sfere al plasma e onde sonore: così Roberta ha conquistato i bambini e le loro famiglie di Panthaku’.com

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Docente di fisica e mamma è stata tra le protagoniste de La banca delle abilità, il gruppo di genitori volontari di Ai.Bi.

 

La pallina fluttuante, il pupazzetto indeciso per colpa di Pascal, lo specchio magico, le calamite, i palloncini gonfiabili, la sfera al plasma e le onde sonore: sono stati, questi, alcuni dei protagonisti degli “esperimenti” fatti da Roberta Citro.

Docente di fisica, è uno dei tanti genitori che ha deciso di partecipare all’iniziativa denominata “La banca delle abilità”, partita da “Panthakù. Educare dappertutto”, il progetto portato avanti dal 2018 al 2022 con capofila Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e 24 partner, e rinnovata con il progetto “Panthaku’.com”, entrambi  selezionati da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

La mission dell’iniziativa, sperimentata con successo negli anni, è di creare una piazza virtuale di comunità, con al centro la scuola e i genitori come capitale umano e risorsa preziosa non solo per i propri figli. “Porterò per sempre nel mio cuore gli occhi sgranati e il sorriso dei bambini che erano sbalorditi rispetto ai palloncini che si gonfiavano per l’espansione termica del gas o alla visione in 3D dello specchio magico – racconta – Per quello che mi riguarda è stata un’esperienza bellissima per molti motivi e sarei pronta a rifarla subito”.

Il primo dato da sottolineare è che si è creata subito una bellissima sintonia, non solo tra i bambini, di età compresa tra gli otto e i tredici anni, ma anche tra questi, i loro genitori e i loro nonni che, incuriositi, hanno voluto partecipare agli “esperimenti” per rispolverare le nozioni di fisica e chimica apprese sui banchi di scuola o per apprendere ex novo tante cose interessanti.

L’altro elemento è che Roberta è riuscita, con grazia e passione, a unire generazioni trasversali nel segno della cultura, mettendo a confronto saperi ed esperienze che sono serviti a cementare le relazioni umane tra nuclei familiari diversi. “Essere riuscita a coinvolgere le famiglie è un grande risultato – spiega – Spesso non è molto il tempo che riusciamo a dedicare alle persone a noi care, compresi i nostri figli e farlo in maniera così divertente e al tempo stesso istruttiva è senza dubbio un valore aggiunto per i singoli e per la comunità”.

Ed è questo lo spirito de La banca delle abilità. La comunità educante, intesa come comunità locale di attori (famiglie, scuola, singoli individui, reti sociali, soggetti pubblici e privati), deve prendere consapevolezza della propria responsabilità educativa, identificare i saperi, le relazioni e gli strumenti che le sono propri e congeniali e costruire delle alleanze per rispondere in modo integrato alla pluralità e alla complessità dei bisogni dei suoi componenti più giovani, in particolar modo di quelli più fragili. Bisogni che hanno natura formativa ed educativa, ma anche relazionale, psicologica, ludica, materiale.

“Spero di essere riuscita a dare il mio contributo – continua Roberta – Da mamma e da professionista ne sono stata molto felice”.

 

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