Guarda il mio semaforo!
di Comunità di Capodarco
“ Guarda il mio semaforo!”. Sono queste le parole di Roberto, che con fare orgoglioso mostra la
schermata del cellulare piena di bollini verdi, ognuno con dentro un numero. Faccio fatica a capire
di cosa si trattasse e lui, con pazienza e anche con genuina saccenza, mi presenta il “suo registro
elettronico”. Questo è oggi Roberto. Uno dei primi ragazzi adolescenti ,della fascia tra i 15 e i 17
anni,a frequentare il nostro centro educativo.
Spesso R. è stato descritto come un ragazzo non interessato alla scuola, svogliato, e un “po’
allergico” alla relazione. Il suo piccolo mondo restava circoscritto in una casa tanto piena di gente
quanto lontana dal contesto cittadino, in cui perdersi tra video giochi e pc. Tutta la rete intorno a R.
pensava che avrebbe fatto fatica a presentarsi al colloquio conoscitivo al centro Educativo e che di
sicuro non avrebbe accettato volentieri di iniziare questa avventura. Perchè R., ci raccontano, non
“ama uscire dalle mura di casa e a volte non lo fa neanche per andare a scuola!”
Eppure Roberto, quando lo abbiamo incontrato,ci ha colpito subito per la sua ironia, per la capacità
di farci sorridere con delle battute intelligenti e sottili e per il suo modo di fare pacato. E’ stato uno
dei pochi ragazzi che ci ha fatto domande come: “qui cos’altro trovo oltre al fare i compiti
insieme?” “ è vero che qui ,anche noi ragazzi possiamo proporre un’attività?”, “ ma come mai qui
fate mezz’ora di merenda, come mai tutto questo tempo?”.
R era interessato a capire, ascoltava con attenzione e alla fine si è alzato dalla sedia dicendo:
“Sapete, avevo proprio un’altra idea di questo posto. Non è per nulla come lo avevo immaginato!”.
Anche noi R. è sembrato ,e tutt’ora ci sembra ,diverso da come ce lo avevano raccontato.
Oggi R. ve lo raccontiamo così come lo vediamo:un ragazzo che sta due ore e mezzo seduto
sulla sua postazione di studio cercando non solo di capire ma di stare. Stare con i Libri, stare con le
sue capacità , stare con i suoi limiti e stare con l’altro. R. ha scoperto che le sue passioni sono le
passioni di altri ragazzi e che si può anche parlare dei videogiochi, spiegarli anche a chi non li
conosce. È cosi che il parlare di una cosa che spesso lo allontanava, oggi lo connette e lo aiuta ad
entrare in relazione. R si sente soddisfatto perchè ,questa volta, a scuola ci va, se ha una verifica;
perchè oggi la domanda che sente non è relativa al voto ma a come è stato per lui fare quella prova.
L’interesse, accoglienza e l’ascolto hanno aperto con R. un canale positivo in cui può sentirsi
capace, riconoscere le proprie potenzialità e scoprire che stare con l’altro è qualcosa di possibile.
È sull’impronta della possibilità che è iniziato il viaggio di R. al nostro centro educativo “The
Tube”e in essa cerchiamo tutti di essere promotori di una nuova narrazione di sé;perchè R. non solo
se la merita ma ne ha tutto il diritto. Benvenuto a Bordo R.!
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