Quando l’amore è più forte: Gioia, la bambina che è tornata a sorridere

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Aveva appena 16 mesi Gioia quando ha varcato le porte del Nido di Lecce gestito dalle operatrici della cooperativa sociale ‘L’Impronta’.

Adesso di anni ne ha tre e, poco alla volta, sotto la guida delle educatrici, sta ‘imparando’ ad essere una bimba serena, tranquilla, capace di interagire con gli altri piccoli ospiti del nido. Sta imparando. Perché non è sempre stato così.
Quella di Gioia è una storia delicata e complessa.
Una vita, la sua, che probabilmente è stata difficile sin dalla nascita. I genitori erano molto giovani quando l’hanno avuta. E i problemi hanno cominciato subito a bussare alla porta di casa. Problemi di quelli difficili da gestire. Di quelli che, spesso, come nel caso della famiglia di Gioia, rendono impossibile l’andare avanti. Le difficoltà economiche sempre più pressanti di mamma e papà sono state inasprite dalla tossicodipendenza di lui. Una situazione che si è fatta sempre più pesante fino a culminare nella decisione più drastica, quella della separazione.
I genitori di Gioia hanno messo fine al loro rapporto quando la bambina aveva due anni. Una separazione difficile, come spesso accade, che ha comportato per lui il divieto di avvicinamento alla figlia. Ad occuparsi della piccola, adesso, è la madre che, tra gli impegni lavorativi e mille difficoltà, fa del suo meglio, forte anche del supporto dei servizi sociali e degli operatori del Nido che hanno seguito la donna nei ripetuti colloqui con l’assistenza territoriale.
L’abbiamo ascoltata tanto – racconta Tamara, responsabile del Nido leccese – Aveva bisogno principalmente di un supporto morale oltre che di consigli pratici su come comportarsi con la bambina”.
Una bambina che oggi, raccontano dal Nido, sembra un’altra.
Prima – spiega Tamara – era molto aggressiva, se non otteneva qualcosa si disperava, aveva delle abitudini discutibili e delle ‘rigidità’ e prepotenze che dovevano essere smussate”. Coccole, amore e buone pratiche: questi gli ingredienti che tutta l’equipe del Nido di Comunità ha ‘mescolato’ per aiutare la piccola a tornare a vivere la spensieratezza della sua tenera età.
Con Gioia abbiamo fatto un lavoro di pazienza e dedizione – osserva ancora Tamara – l’abbiamo aiutata coinvolgendola nel gioco e nel racconto di favole. Abbiamo lavorato tanto anche con gli esercizi di respirazione e con l’ascolto di musica. Oggi – aggiunge Tamara – Gioia è una bimba completamente diversa. Finalmente la vediamo serena, con la tranquillità propria della sua età. Anche da un punto di vista relazionale i progressi sono stati notevoli. Finalmente si è integrata e vive correttamente anche i rapporti con quelli che, ormai, sono i suoi amichetti del gruppo. Non c’è più traccia della sua aggressività iniziale che ha lasciato il posto ad un bellissimo sorriso”.
Certo la situazione non è completamente ‘sistemata’: “Alla bambina manca molto il padre, lo cerca e chiede spesso di lui”, raccontano ancora dal Nido. Ma comunque, concludono “la bambina, in attesa di poter riabbracciare il papà, porta avanti rapporti con la famiglia di lui, a cominciare dallo zio, fratello gemello del padre con cui gioca molto e spesso, e con i nonni con cui ha un bellissimo rapporto”.

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