A Lecce tra integrazione e sostegno alla genitorialità, il coraggio di Aisha

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Il mare li ha risparmiati.
Musa e Aisha (nomi di fantasia, ndr), dopo una lunga e dolorosa traversata, sono riusciti ad arrivare in Italia.

Lo hanno fatto come tanti altri, molti meno fortunati di loro, attraverso uno dei tanti viaggi della speranza su barconi di fortuna.
Dopo varie peripezie, la coppia si è stabilita a Lecce dove oggi, tra mille difficoltà e col prezioso supporto dei servizi sociali, sta cercando di cominciare una nuova vita lontana dalla fame e dalla violenza del paese africano.
Musa e Aisha hanno avuto tre figli in Italia, uno dei quali autistico, e poi un quarto, Alfred, che oggi ha appena due anni e mezzo. Alfred frequenta il Nido di Comunità di Lecce, ‘La tribù dai piedi scalzi’, gestito dagli operatori della cooperativa sociale ‘L’impronta Onlus’.

Un bambino molto gioioso e tranquillo”, come lo descrive Tamara, una delle operatrici che lavorano al Nido e che ha avuto modo di seguire il piccolo che “si è integrato perfettamente con gli altri bambini che frequentano la struttura”.
Ma intanto Aisha e Musa continuavano a dover fronteggiare difficoltà economiche ingenti, aggravate da quelle legate al mantenimento di quattro bambini e alla gestione e cure di un figlio affetto dallo spettro autistico.
La situazione è precipitata solo pochi mesi fa, quando Aisha ha scoperto di essere incinta. Un fulmine a ciel sereno che ha mandato la donna nello sconforto più totale. In una situazione già tanto complicata – nonostante il supporto dei servizi sociali – Aisha non accettava il suo stato di gravidanza, quel maschietto proprio non lo voleva. Non lo voleva al punto di pensare di abortire.
Una decisione dolorosa che, però, sembrava alla donna l’unica possibile. E invece, possibile non lo era dato che quella vita cresceva nel suo grembo già da quattro mesi. Aisha si sentiva spalle al muro. Credeva di essere costretta a scegliere tra due sole possibilità: quella di dare in affido il piccolo Alfred o quella di lasciare in ospedale il nascituro.
Il profondo disagio della donna e il pericolo che correvano i più piccoli dei figli della coppia non potevano che mettere in moto, ancora di più, il sistema dell’accoglienza, della solidarietà e del sostegno che costituiscono la linfa vitale di cui si nutre la coop. ‘L’Impresa’. L’equipe del Nido leccese, che ha sempre avuto a cuore le sorti della famiglia di Alfred supportata anche materialmente con beni di prima necessità, non ha perso tempo. Con discrezione e rispetto, e con i tempi di cui Aisha aveva bisogno, Tamara e i suoi colleghi hanno promosso e presenziato a vari colloqui tra la donna e l’assistente sociale incaricato del caso.
Colloqui difficili, impegnativi e non sempre ‘scorrevoli’ che hanno avuto come esito la migliore delle conclusioni possibili: Aisha e Musa non rinunceranno a nessuno dei loro figli. La rete del sostegno, intorno a loro, si farà sempre più fitta.

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