NEST, un nido per l’infanzia durante la tempesta Covid

NEST è un progetto nazionale di contrasto alla povertà educativa per i bambini da 0 a 6 anni e di supporto alle loro famiglie. Nato in risposta al bando Prima infanzia dell’Impresa sociale Con i bambini riunisce 21 partner e collabora con diversi enti pubblici e privati che, a vario titolo, si occupano di interventi socio-assistenziali e socio-educativi dedicati alla prima infanzia.

Il progetto è iniziato nel 2018 con l’avvio di 4 Hub educativi a Napoli, Roma, Bari e Milano, gestiti da enti del terzo settore ben radicati sui territori (Associazione Pianoterra onlus, Cooperativa sociale Antropos onlus, Mama Happy e Mitades) e si avvale della collaborazione strategica di Save the Children, nonché dei Comuni di Bari, Milano e Napoli, e di altre realtà specializzate. Una comunità educante formata da un’ottantina di figure professionali diverse: psicologi, pedagogisti, pediatri musico-terapeuti, esperti di coding, eccetera.

Questa è la forza del progetto che ci ha permesso in soli due anni di avviare dei percorsi individualizzati per ogni nucleo famigliare che si è rivolto all’Hub in un’ottica di presa in carico integrata tra gli attori territoriali altamente specializzati e dinamici. Ed è stata fondamentale nel rispondere tempestivamente allo tsunami sociale prodotto dalla pandemia COVID-19 che, tra le sue vittime indirette, annovera perlopiù quelle famiglie che hanno perso l’unica, esigua, saltuaria, sommersa, fonte di reddito, ottenuta spesso con grandi difficoltà.

L’emergenza COVID-19 ci ha costretto a trovare soluzioni di senso in maniera molto veloce e agile per poter aiutare a distanza un numero crescente di persone sempre più vulnerabili. Abbiamo quindi avuto la necessità di rimodellare la nostra metodologia di lavoro per continuare a seguire, accompagnare, orientare le famiglie e intercettare tempestivamente i bisogni emergenti.

La prima azione che abbiamo messo in campo è stata quella di contattare telefonicamente tutte quelle situazioni più in difficoltà nel far fronte al proprio ruolo genitoriale, perché vittime di violenza o perché prive di reti di sostegno, amicali o famigliari, e quindi a rischio di povertà estrema. Oltre a stabilire subito un collegamento con le famiglie “prioritarie” ogni Hub ha utilizzato tutti gli strumenti “social” facilmente accessibili quali dirette zoom, FB, messaggi o videochiamate su WAPP per mantenere una relazione costante con i bambini e i genitori.

L’azione principale di NEST è stata quella di sostenerli a livello materiale con beni di prima necessità (cibo, pannolini, omogenizzati, ecc.) e quando possibile con strumenti educativi in base alla fascia di età (pacco educativo). Si è anche proceduto ad orientare le famiglie all’interno della rete di solidarietà che si era attivata nelle quattro città. Una rete che comprende Il banco alimentare, la Caritas, gli assistenti sociali, le iniziative di sostegno materiale promosse da aziende e privati (spesa sospesa, donazioni di prodotti alimentari o farmaceutici), fino a quelle attivate dalle municipalità.

 

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