Lavorare a Nest – Un viaggio che apre nuove prospettive
di Comunicazione NEST
“Mi chiamo Milena e sono l’operatrice più giovane dell’hub Nest di Roma Tor Sapienza.
Quando abbiamo iniziato il progetto, ormai quasi tre anni fa, non sapevo bene cosa aspettarmi da quest’esperienza, ma l’ho presa con grande impegno ed entusiasmo. Avevo già lavorato in un asilo nido come ausiliare, ma non sapevo quanto questo progetto avrebbe allargato i miei orizzonti professionali.
Poco prima di iniziare il progetto avevo accantonato l’impegno universitario per la difficoltà di studiare e lavorare contemporaneamente, ma quello che ho vissuto come operatrice e l’impatto che ho visto sulle famiglie, le risposte dei bambini, la cura della presa in carico dei casi più fragili, mi ha convinta a riprendere gli studi.
Ho collaborato da subito nella gestione dello spazio di cura per i bambini e le bambine da 0 a 3 anni, sostenendo il lavoro delle educatrici, amo lavorare con i più piccoli, mi piace osservarli, giocare con loro, partecipare al loro entusiasmo.
A Nest però sono riuscita ad andare oltre, ho conosciuto un aspetto più tecnico del lavoro educativo, ho imparato a valutare gli steps evolutivi dei bambini, a riconoscere segnali di disagio, a creare percorsi personalizzati per rinforzare le singole fragilità.
Nel tempo, e combattendo la mia timidezza, ho imparato a gestire il gruppo, ad organizzare attività educative, a condurre interventi appropriati ed ho avuto la possibilità di applicare quotidianamente quanto sto studiando.
E’ una grande palestra di professionalità che ha nel lavoro di equipe la sua più grande risorsa. Nel nostro gruppo di lavoro ci sono competenze ed esperienze anche molto diverse, ma ciò che ci rende ricchi è la condivisione delle conoscenze e delle expertises di ognuno e la valorizzazione dei punti di forza di tutti.
Mi sono state di grande aiuto le possibilità di formazione che ci sono state offerte ma soprattutto l’apertura al confronto con le educatrici come pure la presenza all’interno dell’hub di tante persone, appartenenti alla rete, che collaborando hanno lasciato un po’ della loro ricchezza.
Avere la possibilità di osservare, ascoltare e collaborare con tante professionalità diverse, conoscere vari stili educativi, confrontarmi con operatori più anziani (ma anche più giovani) di me mi ha permesso di crescere moltissimo come professionista e di definire meglio i miei obiettivi lavorativi.”
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