NEST Napoli. Nasce il comitato di quartire.

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Alla fine del mese di marzo lo staff dell’hub NEST di Napoli ha avuto modo di intervistare due genitori di una bambina che frequenta le attività educative. Durante l’intervista i genitori hanno evidenziato alcune criticità legate alla condizione in cui verte il quartiere Materdei ed il contesto sociale nel quale il progetto NEST è inserito. In quella occasione i genitori hanno sottolineato quanto il lavoro di NEST sia stato importante, non solo per l’intervento educativo e di sostegno alla genitorialità ma anche per far luce sul forte disagio in cui i cittadini si ritrovano quotidianamente. In particolare, si è fatto riferimento ad episodi ormai “normalizzati” da molti nel quartiere legati ad esempio alla presenza di tossicodipendenti che si aggirano a tutte le ore anche in pieno giorno nello spazio antistante la scuola materna Lezzi (che ospita l’hub) ed al ritrovamento di siringhe e di rifiuti di ogni tipo.

Al termine dell’intervista i genitori hanno avanzato la proposta di creare un comitato di quartiere che si facesse portavoce dell’esigenza di promuovere un cambiamento che veda protagonisti e partecipi tutti, istituzioni e cittadini in prima linea. Questi genitori hanno spinto lo staff a riflettere su quanto sia importante portare nel quartiere il lavoro che tutti i giorni NEST realizza all’interno dei propri spazi: “Sarebbe bello e importante se NEST uscisse fuori da queste mura e che il vostro lavoro coinvolgesse anche altri genitori e bambini che vivono nel quartiere, dato che dopo i sei anni i nostri figli continueranno a vivere qui”. Così lo staff dell’hub ha pensato di avviare un lavoro in rete per provare a costruire insieme ai genitori un’identità di comunità. L’obiettivo è promuovere e sostenere iniziative di mobilitazione popolare per provare a cambiare, o quanto meno migliorare, la condizione in cui i nuclei familiari ed i bambini presi in carico dal progetto vivono e crescono. A tal proposito lo staff ha elaborato un “questionario di comunità” da somministrare agli utenti per raccogliere opinioni e proposte da rielaborare insieme per trasformarle in future azioni concrete.

Ciò che risulta chiaro dalle risposte, è che il quartiere preso in esame, pur essendo in pieno centro città, si configura per le sue problematiche e viene percepito dai cittadini che vi abitano come periferico, per l’assenza di servizi e la sensazione di abbandono vissuta dai suoi abitanti. Possiamo infatti considerare la periferia non come un concetto geografico, ma piuttosto come una condizione di vita caratterizzata dalla distanza dalle e delle istituzioni, dalla mancanza di cura degli spazi comuni e di spazi dedicati ai più piccoli, laddove presenti, dalla sensazione di distanza dei suoi cittadini da una ipotetica comunità e, quindi, da un diffuso senso di solitudine. Ed è proprio questo che emerge dalle risposte dei genitori dell’HUB NEST al questionario di comunità.

In primo luogo, secondo le risposte dei genitori, la comunità è intesa per lo più come insieme di persone che vivono in uno stesso territorio. L’elemento geografico risulta così più importante di quello sociale, dato che solo una minoranza dei partecipanti ha scelto la definizione di comunità intesa come insieme di persone unite tra loro da rapporti sociali ed interessi comuni.
Un altro elemento che emerge nella maggioranza dei casi è una forte insoddisfazione rispetto al tipo di servizi presenti sul territorio, con particolare riferimento alla mancanza di alcuni servizi essenziali quali trasporti pubblici, uffici comunali, asl ed ospedali che vengono percepiti dagli utenti come disfunzionali o addirittura inesistenti e l’impoverimento di altri servizi fondamentali, primo tra tutti la scuola. Gli elementi riportati dagli utenti come più problematici e fonte di malessere condiviso sono in particolare: i rifiuti, il traffico, la delinquenza e l’inciviltà, la strafottenza della gente, il mancato rispetto delle regole, l’ignoranza, la mancanza di luoghi di aggregazione, la mancanza di strutture e spazi verdi per i bambini. Rispetto alle caratteristiche del territorio ritenute al contrario più importanti, gli utenti intervistati hanno individuato: i monumenti; la centralità del quartiere, il collegamento con il resto della città, la solidarietà tra le persone che abitano il territorio (“una grande famiglia”), la metropolitana, la presenza di molteplici attività commerciali nel quartiere, la posizione strategica rispetto al turismo, gli spazi verdi (anche se poco curati), il verde pubblico (Bosco di Capodimonte).
Tra le proposte elencate quella maggiormente selezionata, oltre alla creazione di luoghi di aggregazioni per tutti i cittadini, è proprio la creazione di un parco giochi per bambini: “Mi piacerebbe vedere un parco giochi tipo quello che c’è a Santa Chiara per portare i bimbi… migliorare i giardinetti così da creare spazio verde per i bimbi anche se bisognerebbe controllarlo di più altrimenti diventerebbe una discarica”.
Di contro, una delle questioni riportate e che sembra essere d’impedimento ad un miglioramento delle condizioni del quartiere è la mancanza di forza di volontà di parte dei cittadini. Di fatto alla domanda: Cosa manca nel tuo quartiere? un genitore risponde: “La forza di ribellarsi a quelle piccola parte di persone che lo degrada”. Sembra emergere un senso anche d’impotenza, la percezione di abbandono ed una mancanza di fiducia nei confronti delle istituzioni: “Quando hai bisogno non c’è mai nessuno” e anche: “Ho l’impressione certe volte che il comune si dimentichi del quartiere”. Dall’altro lato, i cittadini intervistati riportano, nella metà dei casi, di pensare di poter contribuire singolarmente per migliorare le condizioni del quartiere anche se in minima parte con alcune azioni quali: rispettare le regole, assumere comportamenti civili e rispettosi verso gli altri, fare la raccolta differenziata. Alla domanda: C’è qualcosa che potresti fare per migliorare le condizioni del quartiere in cui vivi? le riposte registrate evidenziano questa difficoltà: “Si, se avessi il potere per farlo”; “Sarebbe bello organizzare degli incontri per sensibilizzare le persone su argomenti importanti come il rispetto delle regole”; “Se ci fossero iniziative rivolte alla valorizzazione del territorio parteciperei volentieri”.

In conclusione, i questionari hanno dato allo staff dell’HUB NEST una fotografia sul vissuto delle famiglie rispetto al proprio quartiere e sono stati utili per capire come riuscire ad implementare una rete di solidarietà e mutuo aiuto tra i genitori facendo in modo che loro siano i protagonisti della riqualificazione del territorio. Risulta chiara la difficoltà di percepire il territorio come comunità, di individuare interessi e obiettivi comuni e di impegnarsi per il loro raggiungimento. Nel contempo, emerge il bisogno di un cambiamento, la voglia di impegnarsi, ostacolata dalla mancanza di punti di riferimento e luoghi di aggregazione in cui promuovere il confronto. In questo senso, il lavoro dell’hub NEST diventa centrale nel ricucire i rapporti di solidarietà tra le famiglie e tra le famiglie e le istituzioni, veicolando la voglia di fare dei genitori per renderli partecipi ed attivi nella riqualificazione del quartiere e scardinando quel senso di impotenza che molto spesso li scoraggia dal farsi promotori del cambiamento.

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